BELLINZONA - Tra i due test svolti da Norman Gobbi la sera dell'ormai famoso incidente sono passate, secondo il suo legale Renzo Galfetti, meno di due ore. "E comunque non è un termine temporale di competenza del mio cliente", ha detto a La Regione. I punti da chiarire in merito a quanto accaduto il 14 novembre sono ancora tanti, nel mentre il Consigliere di Stato ha preferito fare un temporaneo passo indietro nella conduzione della Polizia.

Che, inevitabilmente, è finita sotto accusa. E attende con fiducia la chiusura delle indagini e desidera piena chiarezza. Lo si evince dalle dichiarazioni di alcuni rappresentanti dei sindacati di Polizia al quotidiano bellinzonese. In particolare, il presidente di Ocst - Funzionari di polizia Alessandro Polo sottolinea la complessità della situazione e dei possibili risvolti in cui l’agente in questione si è trovato a dover operare. In questo senso vigileremo affinché questi aspetti siano tenuti in debita considerazione".

Significativa l'opione di Giorgio Galusero, già ufficiale della Polizia cantonale, ora in pensione, e ex deputato del PLR in Gran Consigli. "È evidente che questa storia, gli interrogativi che solleva e l’inevitabile risonanza mediatica non fanno bene all’immagine del corpo della Polizia cantonale", ha detto. Sul piatto, c'è anche la richiesta di Dadò, che con la sua interpellanza ha reso pubblico il caso, di un passo indietro anche di Cocchi. "Oltretutto c’è adesso il presidente di un importante partito che chiede addirittura ai funzionari dirigenti, incluso il comandante, che si sono occupati del caso di riflettere sull’opportunità di autosospendersi in attesa della conclusione dell’inchiesta penale. Non entro nel merito, ma è una richiesta gravissima. E allora è importante che il Ministero pubblico faccia chiarezza al più presto sulla gestione di quell’incidente stradale. Più si allungano i tempi, più aumentano sospetti e dubbi".