LUGANO – Una lettera al Governo ed una segnalazione al Ministero Pubblico, riservandosi anche una querela nel caso in cui dagli accertamenti richiesti al Consiglio di Stato emergesse che l’EOC fosse a conoscenza dell’sms di Sanvido e delle sue intenzioni.
La Fondazione Cardiocentro vuol vederci chiaro. Il tutto comincia da un messaggio telefonico che Paolo Sanvido, presidente del CdA dell’EOC, ha inviato a Giovanni Pedrazzini, co-primario del Cadrio, forse deluso dalla nomina di Cassina come primario. “Ciao Giovanni, per me il primario e direttore CCT sei tu. Quando vuoi e alle tue condizioni ti offriamo il primariato Cardiologia EOC e altro. Ti basta chiedere uomini e mezzi di cui necessiti. Con stima immutata. Paolo”, è il testo.
Come si sa, da mesi ormai Cardio e EOC sono un po’ ai ferri corti a causa della questione dell’eventuale assorbimento dell’ospedale del cuore nell’ente pubblico: si andrà anche alle urne su questo.
Il patrocinatore della Fondazione Cardiocentro, Marco Bertoli, ha immediatamente scritto al Governo. “Egli (Sanvido, ndr) si è arrogato poteri assoluti e allettato il primario con l’offerta di condizioni senza limiti. Condizioni illimitate, naturalmente, da soddisfare con il denaro pubblico”, tuona in una missiva pubblicata dal Corriere del Ticino. Un sms che ha rilevanza giuridica e istituzionale.
Per Bertoli “l’inopportunità e la slealtà concorrenziale dell’agire di Paolo Sanvido sono palesi, ma da una prima analisi giuridica potrebbe profilarsi anche un reato penale perseguibile d’ufficio” per abuso di autorità. Infatti “il reato appare pienamente tentato, e solo grazie alla pronta negazione dell’avvicinato, il danno non si è consumato. L’intenzionalità è evidente”.
Se, appunto, dalla verifiche del Governo si venisse a sapere che non è stata un’iniziativa solitaria di Sanvido, il Cardio sarebbe pronto a sporgere denuncia per concorrenza sleale. Tanto per cominciare, una segnalazione è partita. “Non potendo escludere che nell’agire del presidente dell’EOC si prefigurino reati di natura penale perseguibili d’ufficio, il presente scritto viene inviato per conoscenza anche al procuratore generale Andrea Pagani”, precisa il legale, che vede “ un atteggiamento che pone dei seri e gravosi interrogativi, dal profilo etico, amministrativo e di gestione del denaro dei contribuenti”.