LUGANO - Esperienza, sicurezza di potercela fare, cultura sportiva, al di là delle diverse origini. La Francia si è qualificata per la finale del Mondiale russo ed è per tanti la favorita, anche se la Croazia ha le sue carte da giocare. Sta per concludersi dunque un mese di abbuffate calcistiche, vissute in tutto il mondo con passione ed entusiasmo.
Non mancano, ovviamente, i tifosi francesi in Ticino. Abbiamo parlato con Philippe Bouvet, che più di una volta ha dato un contributo al nostro portale per temi politici (infatti, la chiusa è politica…), per capire le sensazioni in vista di domenica.
Si aspettava la Francia in finale, ed ora è positivo per l’atto conclusivo?
“Rispondo due volte sì!”
Cosa teme della Croazia?
“Le individualità, penso a Modric, Perisic e Mandkuzic che ritengono essere i più pericolosi, ma verranno sicuramente contenuti dai giocatori francesi”.
Come si vive un Mondiale da francese in Ticino?
“lo vivo il calcio sempre allo stesso modo, tifando il bel calcio e dai tempi di Marius Tresor sostengo la Francia”.
Come viene vissuta la Nazionale in Francia? In particolare, è ritenuto un problema quello dei naturalizzati (che ha creato polemiche in Svizzera)?
È un falso problema, chi porta la maglia della nazionale ne difende sempre i colori. A suo tempo Jean Marie Le Pen disse che vi erano troppe persone di colore e di origini non francesi. Poi la nazionale Black-Blanc-Beurre vinse il mondiale nel 98 zittendolo! Semmai la colpa (sempre che ce ne sia una) viene dalla politica coloniale francese dei secoli scorsi, pertanto al di là delle origini di chi gioca in nazionale in Francia da tutto per quella maglia e questo lo si vede in campo. In Svizzera nonostante la multiculturalità e l’avere accolto persone che fuggivano da guerre in epoca remota, manca una cultura sportiva da inculcare, sebbene gli negli ultimi anni siano stati fatti progressi. Finché non arriverà un titolo sarà difficile che ci sia uno sbocco mentale. I giocatori francesi del ‘98 avevano una voglia di rivalsa dopo avere visto quanto successo nell’ ‘82 e nell’ ’86, la cultura sportiva e il rispetto di chi ha indossato la maglia prima per potere fare meglio dopo. Quelli del 2018 nel 1998 erano dei bambini ed alcuni non erano neanche nati, ma hanno quella cultura e quella fame, oltre a non avere ancora digerito la sconfitta in finale dell’Europeo 2016. Per la Croazia che non ha questa cultura ed è alla prima esperienza mentre la Francia alla terza finale mondiale, sarà molto dura”.
Ci fa un pronostico per domenica?
“Azzardo un 3-0 o 3-1 in favore della Francia. La Croazia per tre volte ha disputato i supplementari, avrà un giorno in meno di recupero. Ha comunque già fatto un percorso immenso, ma manca di quel qualcosa d’esperienza in queste competizioni. Inoltre se si guardano i club in giocano croati e francesi, l’esperienza è chiaramente dal lato francese ed anche questo non è da sottovalutare. In conclusione al di là dell’esito della finale, è stato un bellissimo mondiale dove si è visto giocare a calcio. Non si è sentita la tanta proclamata assenza dell’Italia, men che meno quella di Ibrahimovic. e vi sono state delle belle sorprese come Inghilterra,Islanda, Svezia, Giappone, che con un simile bagaglio saranno in futuro avversarie toste. Posso aggiungere una cosa?
Prego.
“Speriamo solo che in caso di vittoria della Francia certi politici non ne approfittino per scopi propri, ma che invece possa servire al paese perché si ritrovi il significato di “Fraternité” ed “Egalité” visto che il presidente Macron invece è il presidente dei ricchissimi ed è ben lontano dalla realtà popolare e dei problemi nazionali”.
Paola Bernasconi