LUGANO – Quando hanno partecipato alla Champions League femminile, sono diventate per qualche notte (ahimé, purtroppo nello sport si viene dimenticati ancor più in fretta che nella vita, il che è tutto dire!). Adesso, senza che nessuno alzi la voce, il Lugano Femminile rischia di dover interrompere la stagione e dire addio al loro sogno.
In Europa sono state eliminate nel doppio scontro contro il Manchester City, perdendo sonoramente all’andata e meno al ritorno. Un ricordo che resterà comunque indelebile. Ed ora rischia di finire tutto.
Il motivo? La SEM (Segreteria di Stato della Migrazione) ha deciso di controllare le numerose ragazze statunitensi che militano nella compagine luganese. Sono una quindicina, sono qui da quattro anni con un permesso di studio e attività sportiva: risiedono a Varese e frequentano per lo più un corso di lingue.
Per giocare in serie A e B, serve un permesso di lavoro. Che nessuna di loro ha. E dunque, non sono potute scendere in campo, presumibilmente non potranno farlo a breve. Tanto che parecchie sono già rientrate in patria, mentre altre hanno deciso di giocare con una squadra non professionistica.
Il Lugano, decimato, ha schierato chi restava ed ha perso 8-0 col Lucerna.
Il nodo risiede nel fatto che per la federazione il calcio femminile è amatoriale, mentre per le autorità sono da considerarsi professioniste.