di don Gianfranco Feliciani*
Dall’antico Epicuro fino al filosofo moderno, la domanda “perché Dio non impedisce il male?” è rimasta praticamente immutata. E la questione si pone in questi termini: o Dio non può impedire il male, e allora non è onnipotente (ma se non è onnipotente ha ancora senso parlare di Dio?); oppure, Dio può ma non vuole, e allora è davvero buono Dio? L’enigma risulta così insolubile. Nel labirinto di queste domande pensatori seri e onesti come Sartre e Camus sono approdati all’ateismo, in una sorta di giustificazione di Dio: solo la sua non-esistenza può assolvere Dio! “Se Dio esiste ci deve delle scuse!”, ha detto sarcasticamente Woody Allen.
A questo punto però è doveroso chiederci: ma di quale Dio parliamo?
Il Dio che Gesù di Nazaret ci ha narrato non è assolutamente quello delle nostre perverse proiezioni, ma è il Padre dei cieli capace solo di amare. È il Padre misericordioso che all’ingratitudine dei suoi figli risponde sempre con il perdono, e alla violenza e all’odio con la debolezza e la potenza della sua tenerezza. In Gesù, Figlio del Padre, nato uomo come noi, morto in croce come un delinquente e risorto il terzo giorno, è pienamente svelato all’uomo il mistero dell’amore invincibile di Dio. Amore onnipotente e insieme… debole, sconfitto, crocifisso! Sta qui l’inaudita novità del cristianesimo. Dio non è l’impassibile regista che orchestra la creazione, ma il mendicante che ci supplica di cooperare con lui per
il bene e la salvezza dei suoi figli nostri fratelli. Il suo dramma divino è ancora più intenso del nostro. Dio non può nulla senza di noi, mentre se noi ci apriamo al suo amore, come lui anche noi compiamo prodigi.
Non sa di prodigioso la solidarietà del Ticino e dell’Europa nei confronti dei profughi ucraini? Poiché l’uomo non è lo schiavo di Dio, ma è il figlio e il
partner di Dio, ognuno di noi diventa protagonista e responsabile della storia del mondo. Il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, papa Francesco ha consacrato il mondo, in modo speciale la Russia e l’Ucraina, al Cuore immacolato di Maria, implorando dal Signore la sospirata Pace! Ci domandiamo: ma se Dio non può nulla senza l’uomo, che senso ha allora pregarlo? “Fate tutto quello che Gesù vi dirà” (Giovanni 2,5), disse Maria ai discepoli alle nozze di Cana… La nostra preghiera non cambia Dio – che Dio sarebbe se si decidesse a darci quanto ci occorre solo a furia di preghiere? – ma cambia noi! E la preghiera ci rende finalmente capaci di ascoltare Lui e così poter accogliere un dono che Lui ci aveva già fatto, da sempre, ma che noi eravamo incapaci di accogliere!
*Arciprete di Chiasso