*Di Don Gianfranco Feliciani
La tesi scientifica del “big bang” descrive l’origine e l’evolversi dell’intero cosmo a partire da un solo atomo primitivo, nel quale si sarebbe condensata con una forza indicibile tutta la materia oggi diffusa nell’universo. Un’esplosione di potenza per noi inimmaginabile, avrebbe poi scagliato quella materia in tutte le direzioni formando le varie galassie che ancora oggi si allontanano per quella forza centrifuga.
La risurrezione di Gesù è come una misteriosa esplosione di vita che ha segnato in maniera irreversibile la storia umana. Quel giovane maestro di Galilea, che il potere religioso e politico aveva condannato al supplizio infamante della croce, ora è proclamato risorto dalla schiera dei suoi discepoli e seguaci. Sebbene molti dei loro contemporanei sperassero in una risurrezione universale dei giusti alla fine del mondo, immaginare quella di un solo uomo, prima della fine dei tempi, appariva decisamente inconcepibile. Questo squarcio improvviso e inatteso di vita nella trama della storia era razionalmente e culturalmente impensabile. Ma proprio questo è il messaggio nuovo e rivoluzionario dei primi discepoli di Gesù; messaggio che i cristiani nei secoli faranno risuonare nel mondo intero. E non è tutto: questo uomo uscito dalla tomba promette la stessa vittoria a tutti coloro che lo ascoltano e credono in lui.
Davanti a tale “pretesa” siamo costretti a scegliere: Gesù di Nazaret è solo un visionario che farnetica, o è davvero la Verità che ci salva e ci fa liberi? La sua risurrezione, che promette di partecipare anche a tutti coloro che credono in lui, è un’utopia irrazionale e illusoria, o è un salto di qualità super-razionale, umanissimo e liberante che ci fa vivere in pienezza? Dice Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Giovanni 11,25).
Detto altrimenti: io vinco la morte, non solo quella biologica che giunge inesorabile al termine della vita terrena, ma vinco tutte le morti del cuore che oggi opprimono e tengono schiavi gli uomini: egoismo, ingiustizia, violenza, guerra, disperazione… Il pensiero corre istintivamente alla drammatica situazione in cui oggi ci troviamo, soprattutto all’escalation della guerra in Ucraina, con il pericolo di un conflitto atomico che avrebbe delle conseguenze inimmaginabili di morte e devastazione; e poi ai cambiamenti climatici, al fenomeno dei migranti e dei profughi, al divario scandaloso fra Paesi ricchi e Paesi poveri… Ancora prima di temute e future sciagure, il mondo rischia di perire già oggi per mancanza di “speranza”! L’annuncio pasquale risuona per tutti come un inatteso e felice scossone dell’anima: “Surrexit Christus spes mea… Cristo, mia speranza, è risorto!”.
*Arciprete di Chiasso