di Don Gianfranco Feliciani
La stampa riporta l’ennesima agghiacciante notizia sulla guerra in Palestina… A Gaza un raid israeliano ha colpito un gruppo di civili assiepati davanti a una bancarella di cibo e a un panificio: cinque le vittime, di cui quattro bambini. L’esercito si è limitato a confermare di aver preso di mira un obiettivo terroristico, dopo aver preso misure per mitigare i danni ai civili...
Bombe sui bambini in fila per il pane! Ma è mai possibile? Rimaniamo sgomenti e senza parole. I bambini e il pane. Binomio misterioso ed essenziale: la vita e il suo nutrimento. Siamo vicini a Natale e il festeggiato è proprio un Bambino. Nascerà a Betlemme, che significa “casa del Pane”, e verrà di nuovo per portare al mondo la Pace, la sua Pace, quella che viene da Dio, non quella che l’uomo vuole imporre con la violenza e con la guerra.
In quella notte di luce gli angeli ancora canteranno: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Luca 2,14). In un passo della “Filosofia della storia” Friedrich Hegel (1770-1831) definisce la storia umana come un immenso mattatoio, come se tale fosse sempre stata e tale è prevedibile debba essere.
Si dice, l’uomo è fatto così: “homo homini lupus”. Quindi, la guerra pare ancora e sempre come inevitabile, e la pace del mondo come un’utopia irraggiungibile. Ma l’uomo è fatto per sublimarsi, per trascendersi, per progredire, e non solo a livello materiale, tecnico e scientifico. “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli e a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato l’arte di vivere come fratelli e sorelle”, disse Martin Luther King, uomo di pace e martire della non violenza.
Il Bambino di Betlemme non cessa di nascere in mezzo a noi per donarci la sua Pace e per insegnarci a costruirla con lui nel mondo. Realtà o utopia? Chiamiamola pure utopia, ma è un’utopia umanissima, perché è a portata dell’uomo, corrisponde infatti al suo anelito più alto, che è quello dell’amore e della felicità. Ma occorre che l’uomo rimetta al centro di ogni cosa ciò che possiede di più grande e prezioso, il suo Cuore!