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15.12.2024 - 09:520

Don Feliciani: "Notre-Dame incanta la Francia laicista e secolarizzata"

La rinascita, ancora più grande e più urgente che mai, è quella dell’uomo, della riscoperta di quei valori trascendenti che sono la pienezza della sua umanità

di Don Gianfranco Feliciani 

Con un’imponente celebrazione di popolo, alla presenza di 50 capi di Stato e di governo, a 5 anni dallo spaventoso rogo che l’aveva devastata, la cattedrale Notre-Dame di Parigi, un gioiello dell’arte gotica, è tornata al suo splendore. Domenica scorsa 8 dicembre tutta la Francia era lì a Notre-Dame. Alla fine, il Paese più laicista e più secolarizzato d’Europa si è
fermato, inorgoglito ed emozionato per la riapertura di una chiesa. Il presidente Emmanuel Macron all’apertura della cerimonia ha dichiarato: “La nostra cattedrale ci ricorda che siamo eredi di un passato più grande di noi, ci dice quanto il senso e la trascendenza ci aiutino a vivere in questo mondo: a tramandare e a sperare”.

Insomma, materialismo e razionalismo non potranno mai placare la sete misteriosa del cuore dell’uomo. “Le rinascite sono sempre possibili”, ha proclamato l’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich, alludendo evidentemente non solo a quella della cattedrale, sostenuta da 340 mila donatori, ma a quella rinascita, ancora più grande e più urgente che mai, che è quella dell’uomo, della riscoperta di quei valori trascendenti che sono la pienezza della sua umanità.

Al celebre poeta e scrittore francese Paul Claudel (1868-1955), la notte di Natale del 1886 accadde un evento inspiegabile, che lui stesso in seguito non riuscirà mai a spiegare pienamente. La notte di Natale, a questo giovane non credente di 18 anni, viene voglia di andare alla Messa, solo per curiosità. Entra a Notre-Dame, partecipa alla Messa e, soprattutto durante il canto del Magnificat, qualcosa di irresistibile si accende dentro di lui. Non sarà più quello di prima. Da quel momento, per sempre, sente che Gesù sarà la luce della sua esistenza. Scriverà: “In un istante, il mio cuore fu toccato e io credetti. E credetti con una tale forza di adesione – con una tale elevazione di tutto il mio essere, con una così potente convinzione, con una tale certezza che a nessuna specie di dubbio lasciava spazio – che, in seguito, tutti i libri, tutti i ragionamenti, tutti i casi di una vita agitata, non hanno potuto distruggere la mia fede né, a dire il vero, nemmeno toccarla”.

Quella conversione fu sostanzialmente una questione di Cuore! E quindi riguarda alla fine, più che mai, ogni uomo, ciascuno di noi, l’umanità intera. Il nostro mondo malato e in grave pericolo di morte ha bisogno infatti di ritrovare il suo Cuore, il senso di Dio, la gioia della sua Pace e del suo Amore!

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