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23.11.2019 - 14:060

Maruska Ortelli: "Il nostro aeroporto deve rimanere vivo"

La consigliera comunale leghista: "Pieno sostegno al mantenimento dello scalo. Nessuno ha identificato lo scenario che si porrebbe senza l'aeroporto"

* Di Maruska Ortelli

Già lunedì prossimo il Consiglio comunale  di Lugano sarà chiamato a decidere sul futuro dell’aeroporto di Lugano-Agno: tema, questo, che da diversi mesi è motivo di discussione e di confronto tra politici, mezzi di comunicazione e cittadini. Da parte mia, e come ho più volte ed in più sedi sostenuto, dichiaro un pieno sostegno al mantenimento dello scalo. Per ragioni oggettive, che sono note, e non da ultimo in ragione dell'interesse che è stato manifestato di recente per il ripristino di almeno uno dei due collegamenti “storici”; ma, ed “in primis”, per i posti di lavoro e perché sarebbe deleteria la dispersione di professionalità come quelle che, nel corso degli anni, sono state convogliate su Lugano-Agno.

Parliamo di tecnici, di specialisti, di operatori a vario livello, tutti o quasi incardinati in un “sistema” che fa capo alla “Lugano airport Sa-Lasa”. 77 i dipendenti diretti, molti dei quali nell'età in cui possono esprimere il meglio dell'esperienza acquisita e consolidata, ma anche in quella fascia - si sta parlando di 50enni e dintorni - per la quale più difficile risulterebbe una ricollocazione lavorativa. Per loro, in caso di chiusura dell'aeroporto, si profilerebbe lo spettro di una disoccupazione dal riassorbimento altamente problematico. Per loro, e non solo: a rigore di sommaria valutazione, sono almeno 178 i collaboratori “indiretti” che fanno perno sullo scalo.

Fra le prese di posizione udite e lette non mancano richiami ad una sorta di malintesa “Realpolitik”, quasi che il trasporto aereo di breve e di medio cabotaggio sia destinato a soccombere all'offerta di altri vettori, la rotaia soprattutto. Ma il presente è né più né meno che un divenire in atto: conosciamo in qualche modo (e parzialmente) quanto sta nell'oggi; solo una visione lungimirante e ad ampio respiro - quel tipo di visione che si nutre di idee e di ricerca delle soluzioni - ci può permettere di istruire un percorso organico e nel quale Lugano-Agno, per dirla in parole spicciole, rimane importante tassello per l'economia, per il turismo, per le attività congressuali, per l'industria. E per quella che tuttora è la partita invisibile propria: noi valutiamo la situazione avendo un aeroporto, mentre nessuno ha identificato lo scenario che si porrebbe dandosi per assunta l'assenza di un aeroporto.

Per anni, da parte di PPD e PLR, è stato preteso un intervento da parte del Cantone. Bene: con il messaggio approvato in Gran Consiglio ad inizio novembre, il sostegno politico ed economico alla LASA è stato manifestato, dato e confermato. Un segno dalla cifra sociale rilevantissima, tra l'altro: su una delle tribune di Palazzo delle Orsoline a Bellinzona erano assiepati i dipendenti LASA, e sotto i loro occhi è giunta la dichiarazione di impegno alla salvaguardia dello scalo, scalo che è “prodotto” di una storia di lungo periodo e non degli ultimi anni. Per l'appunto: da ambienti PLR e PPD viene sottoposto a critica l'operato del Consiglio di amministrazione LASA ora in carica e nel quale siedono membri in rappresentanza di un ampio spettro delle forze politiche; se è vero - ed è assodato - che questa crisi giunge da lontano, proprio nulla da osservarsi, da contestarsi, da imputarsi ai membri precedenti? A tutti o a nessuno, gli addebiti; ed anzi, nel rispetto dei fatti cioè di quanto occorso (il resto forma semmai tema per discussioni dal sapore accademico), a chi c'era prima di tutto.

Spiacevole è invece il riscontrare che l'accanimento, dalle sponde PLR e PPD (e, tra l'altro, in stridente contraddizione con ciò che i granconsiglieri delle stesse compagini hanno dichiarato con un consenso convinto), è rivolto a quanti oggi si trovano a gestire un problema confidando tuttavia di poterlo convertire in opportunità. Spiacevolissima è poi la sensazione di un attacco diretto alla persona di Marco Borradori, liberamente assuntosi (ma con atto che non tutti avrebbero avuto il coraggio di compiere) il ruolo di presidente del Consiglio di amministrazione LASA; a mente mia, qualcosa che ridonda di fini politici in funzione della campagna elettorale per le Comunali 2020. Obnubilamento strategico, questo, che rischia di tagliare le gambe a quanti sul campo stanno operando nella ricerca di soluzioni a cavallo tra pubblico e privato, e nella verifica della consistenza di tali opzioni.

*Consigliera comunale Lega dei Ticinesi

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