*Di Tessa Prati e Filippo Zanetti
Ormai ad intervalli regolari si ripropone l’annosa questione della mancanza di spazi per la cultura indipendente e per realtà autogestite. Problematica questa causata dall’agire politicamente insensato del Municipio con il suo culmine nella demolizione di parte dell’ex Macello. La recentissima decisione della Corte dei reclami penali, che de facto riapre la
procedura, ci dirà se tale agire ha anche una rilevanza penale.
Con l’esperienza de "La Straordinaria" tutti gli attori, in primis la compagine municipale e il dicastero cultura, si sono detti soddisfatti e consci della necessità di offrire spazi non organizzati a quella tanto importante quanto sottovalutata cultura indipendente. Una cultura che a Lugano stenta ormai da anni a (ri)prendersi gli spazi necessari per poter esprimere un potenziale che il Municipio da troppo tempo ha voluto limitare.
È compito dell’Esecutivo assicurare alle persone la possibilità di esprimersi in un pluralismo culturale: a una realtà autogestita serve uno spazio fruibile fin da subito, facilmente accessibile anche con i mezzi pubblici e che sia idoneo allo sviluppo di attività variegate.
Con l’occupazione dell’ex scuola elementare di Viganello, uno stabile vuoto e inutilizzato e che lo sarà ancora per diversi anni, è stata data l’ennesima conferma che di spazi a Lugano ve ne sono. Manca tuttavia la disponibilità, ma soprattutto la volontà del Municipio di impegnarsi affinché uno spazio definitivo venga -finalmente- concordato tra le parti e concesso. L’Esecutivo e la destra devono accettare che Lugano non è solo Piazza Riforma: inclusione e diversità e, in questo caso, una realtà autogestita sono un valore e, quest’ultima non è una realtà da reprimere e repellere.
L’apertura dimostrata nelle ultime ore da entrambi i fronti va sostenuta e, questa volta, deve portare un risultato giusto, in tempi brevi e che vada soddisfazione di tutti.
Copresidenti PS Lugano