* Di Tamara Merlo
Come responsabile della lista Più Donne ho partecipato alla riunione informativa di gennaio in cui è stato presentato il palinsesto elettorale per radio e tv sulla RSI. Inutile dire che il tutto è improntato a un rigoroso mantenimento dello status quo, con ampi spazi per chi ha già il potere in Consiglio di Stato, spazi medi per chi ha un gruppo parlamentare, spazietti qua e là per chi è in Gran Consiglio, e nulla o quasi per “le novità”.
Per carità, nessuno pretende di avere lo stesso peso – e lo stesso spazio – di chi governa il Cantone da sempre, ma forse potrebbe interessare il pubblico e l’elettorato sapere qualcosa di più sulle nuove proposte e, in particolare, vederle in televisione. Invece no.
Le candidate della lista Più Donne non hanno diritto di partecipare ai dibattiti televisivi sulla RSI perché non siamo presenti in quanto “Più Donne” in Gran Consiglio. Questa è la regola, creata ad hoc dai responsabili RSI, e presentata ai partiti in gennaio. Perciò al primo dibattito, l’11 febbraio, noi di Più Donne eravamo sedute fra il pubblico con limitato diritto di parola, e poi non ci avete più viste da nessuna parte sulla tv pubblica.
Ora è tempo del secondo grande dibattito televisivo sulla RSI e noi eravamo pronte a sederci di nuovo, buone e tranquille, tra il pubblico; ma questa volta ci viene comunicato che la lista Più Donne (sorpresa!) contrariamente a quanto detto finora è presente in Gran Consiglio con due deputate e quindi il 25 marzo non abbiamo diritto di partecipare tra il pubblico. Ma nemmeno di partecipare al dibattito. E per lo stesso motivo!
Questo è un insulto all’intelligenza. La RSI ci prende bellamente in giro. O dobbiamo pensare a una discriminazione?
C’era uno straccio di regola (la loro regola) che non ci rendeva certo felici, ma adesso l’hanno pure ribaltata, apposta per escluderci del tutto. Questa mancanza di correttezza ci lascia amareggiate e ci conferma che le cose da cambiare sono davvero tante.
*Candidata al Consiglio di Stato per lista Più Donne