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05.12.2019 - 10:000

La SSR forse visibile in Francia, e in Italia? "Non ci sono partner interessati ed anche le condizioni morfologiche..."

Luigi Pedrazzini spiega che la CORSI ha intenzione di chiedere al Consiglio di Stato di farsi promotore di unazione volta a valutare se esistono le condizioni per riattivare il segnale nella zona Insubrica. "Ma lo spegnimento non ha creato reazioni"

BERNA – Da qualche mese, la RSI e tutti i canali svizzeri non sono più visibili in Italia, con dispiacere di chi usufuiva volentieri in particolare di certi programmi. A uanto pare, si sta studiando una soluzione per permettere di mostrare la tv svizzera in Francia, ma l’Italia?


Se lo chiede Germano Mattei, che si rammarica di non essere stato ripescato come altri non rieletti nella CORSI. Il problema tocca non solo il Ticino, ma anche gli utenti vicini alla frontiera, appunto. “E la Svizzera italiana (Ticino e Grigioni italiano)? Che fanno nei consessi SSR i vari Canetta, Pedrazzini, Deputati alle Camere e al Parlamento e Consiglio di Stato? Vi sarà simile trattamento della Romandia, ben rappresentata nei gremì che contano dal Presidente e Direttore SSR! Aspetto, aspettiamo (penso unitamente ai frontalieri che avevo coinvolto sul tema nella recente Campagna elettorale federale) risposte e azioni concrete. Per esempio oramai nel 2020 mi risulta inconcepibile che a pochi km oltre il confine la nostra radio non sia più udibile!”, chiede.


Luigi Pedrazzini gli ha risposto, spiegando come il tema sta a cuore e non è trascurato. “Tengo innanzitutto a sottolineare che nella mia funzione di membro del CdA SSR ho a più riprese e correttamente sollevato la questione della diffusione del segnale SSR al di là del confine. Non erano purtroppo date le condizioni per mantenere il segnale digitale terrestre, il cui spegnimento non ha creato all’interno della Svizzera particolari reazioni”, spiega.


Per quanto concerne la possibilità di mostrare la tv svizzera in Francia, è bene sapere che la SSR non ha un ruolo nelle iniziative adottate da enti pubblici e privati, né ha assunto o assumerà costi".


“Anche su invito del Consiglio del Pubblico RSI intendo discutere la settimana prossima nel Comitato della CORSI l’invio di uno scritto al Consiglio di Stato affinché si faccia promotore di un’azione volta a valutare se anche nella regione Insubrica possono esistere le condizioni per trasmettere al di là del confine il segnale RSI. In base a informazioni tecniche da me assunte presso le competenti istanze, possono sorgere delle oggettive difficoltà di trasmissione del segnale dovute alla morfologia del territorio. A differenza di altre regioni Svizzere di frontiera non sembrano inoltre esistere dei partner italiani interessati a recuperare il segnale e a diffonderlo via cavo. Ti assicuro in ogni caso che la CORSI si adopererà per favorire la ricerca di una soluzione”, ha concluso.

 

 

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