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22.01.2018 - 09:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

"Adesso basta! Introduciamo i biglietti nominativi per i tifosi ospiti". Gobbi alza la voce contro la violenza nelle piste da hockey

"La partita fra Ambrì e Losanna era considerata a medio rischio, non possiamo rischiare di aver bisogno di un intervento massiccio di agenti lasciando scoperti altri compiti". Il Ministro ha dunque intenzione di proporre la misura, "permetterebbe di identificare i facinorosi e farebbe da deterrente"

di Norman Gobbi* 

I club cercano di inserire ogni anno nel calendario un paio di partite di domenica pomeriggio per dare l’opportunità alle famiglie di avvicinare i propri figli alla squadra del cuore. La scorsa domenica il momento di festa è però stato turbato dai gravi disordini avvenuti durante e dopo la partita, e causati da un ristretto gruppo di persone violente completamente disinteressate al risultato sportivo. In un attimo lo scenario è mutato e la gioia ha lasciato spazio alla preoccupazione, soprattutto negli occhi dei più piccoli.

La partita era stata definita a medio rischio sulla base di recenti tafferugli verificatisi lo scorso mese di ottobre. Per questo motivo la Polizia cantonale aveva potenziato il suo dispositivo per contenere eventuali disordini che si sono puntualmente verificati.

Una sessantina di tifosi del Losanna e una quindicina gemellati con il club vodese, in arrivo dalla Germania, sono giunti in Leventina con l’unico scopo di cercare lo scontro con la tifoseria locale. Le forze dell’ordine sono intervenute in modo puntuale prima fuori dalla pista e poi all’interno a supporto degli agenti della sicurezza privata. Sono stati momenti intensi, nei quali i tafferugli tra le due tifoserie non hanno fortunatamente causato feriti.

Un episodio dal quale tutti dobbiamo trarre gli opportuni insegnamenti poiché, nonostante l’attività di prevenzione e di sensibilizzazione finora svolta, ci sono tuttora delle persone che si recano alle manifestazioni sportive soltanto per creare disagio e sfidare gli addetti alla sicurezza.
Questo fatto mi porta a dire che, nonostante il buon lavoro offerto dai miei servizi, è giunto il momento di rivedere l’approccio con cui viene gestita la sicurezza degli eventi sportivi
in Ticino, con particolare riferimento al disco su ghiaccio.

Non si può restare in balìa di situazioni imprevedibili e dal potenziale devastante, che obbligano una presenza di agenti di polizia sempre più imponente con il pericolo di lasciare scoperti altri compiti. Un rischio che come Direttore del Dipartimento delle istituzioni non sono più disposto a tollerare, anche perché un intervento post facto è molto più impegnativo e dispendioso.

Sono assolutamente convinto che in Ticino non possiamo più prescindere dall’introduzione in tempi stretti di un sistema di controllo dell’identità che consenta di conoscere tutti i tifosi ospiti che entrano in pista. Ogni biglietto deve essere associato a un nominativo, in modo da poter procedere subito con una diffida o una pena più severa in caso di comportamenti punibili (violenza, danneggiamenti, fumogeni, torce e lancio di materiale in pista). Inoltre, l’obbligo di lasciare i propri dati, esercita un forte potere dissuasivo che contribuisce da solo alla spontanea riduzione delle situazioni critiche. Solo in questo modo riusciremo a tenere distanti i malintenzionati dalle piste

In questo senso, a Zugo è stato implementato un interessante dispositivo di prevenzione e i risultati positivi di un approccio proattivo non si sono fatti attendere. Tutti i tifosi ospiti sono obbligati a presentare un documento oltre al biglietto d’ingresso, in modo da poter confrontare le generalità con i nominativi contenuti nella banca dati delle persone diffidate e, se del caso, bloccarne l’ingresso in pista. Oltre a ciò, viene pure scattata un’immagine che consente il riconoscimento facciale, così da abbinare un volto a un nome nel caso in cui gli agenti di sicurezza

o le telecamere interne evidenziassero dei modi di fare inopportuni. Tra questi figura necessariamente la dissimulazione del volto per rendersi irriconoscibili e vanificare il lavoro di prevenzione svolto.

Un sostanziale cambiamento d’approccio che, dove applicato, ha portato a risultati estremamente incoraggianti. Per questo motivo cercherò con il mio Dipartimento di approfondire la tematica con i principali attori coinvolti: la Polizia cantonale, la Federazione Svizzera di Hockey e i club sportivi. Si tratta di trovare delle soluzioni utili e soprattutto condivise che consentano agli appassionati di sport di accedere alle strutture in totale sicurezza.

*Consigliere di Stato, dal Mattino


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