Cronaca
02.12.2016 - 16:530
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
Il PPD, «PLR, saresti il partito dell'economia? Al Nazionale ci batteremo per la nostra soluzione!»
Il modello di Müller passa anche alla Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale, ma i popolari democratici non si arrendono: rimane ancora la Camera bassa
BERNA - La soluzione Müller, definita da molti extra light, per applicare il voto popolare del 9 febbraio, dopo il Consiglio degli Stati ha ricevuto il via libera anche dalla Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale.
Anzi, quest'ultima ha votato contro l'obbligo del datore di lavoro di giustificare il perché di una eventuale non assunzione di un candidato residente e iscritto agli URC, che è però costretto a convocare e visionare in caso di disoccupazione elevata nel suo settore. Il modello dell'UDC, che applicava in modo letterale il 9 febbraio, è stato sconfitto anche da quello proposto qualche mese fa del Nazionale, che parlava di soglie a partire dalle quali potrà essere introdotto un obbligo di comunicazione dei posti di lavoro vacanti, oltre che di misure che la Svizzera poteva eventualmente adottare, in accordo col comitato misto Svizzera/UE se contrarie alla libera circolazione. Ebbene, ma nell'ultima votazione il cosiddetto "modello Nazionale", nato da un compromesso di Brand, è stato battuto da quello di Müller.
Ora però l'ultima parola spetta proprio allo stesso Nazionale, che dovrà sbrigarsi a sbrogliare la matassa se si vorranno rispettare i termini entro cui va trovata una soluzione. Il PPD ticinese, deluso da un progetto ritenuto "mostro", oltre che dannoso per l'economia, confida nel Nazionale, per «proteggere l’economia dall’inutile burocrazia e applicare il mandato costituzionale, sempre nel rispetto delle esigenze dei Cantoni».
E si difende da chi afferma che l'idea presentata non sia conforme ai bilaterali. «Il mantenimento delle relazioni bilaterali con l’Unione europea è la prima priorità del PPD. Il rimprovero secondo il quale il progetto del PPD mette in pericolo i bilaterali è privo di fondamento. Siamo convinti che il nostro progetto sia conforme all’accordo sulla libera circolazione delle persone. Non si vuole tuttavia rinunciare senza motivi al margine di manovra decisionale del quale dispone la Svizzera». Anzi, il partito continua a auspicare che l’articolo costituzionale sull’immigrazione di massa sia applicato e insiste nel ritenere la sua soluzione la migliore. «Noi ci impegneremo quindi in Consiglio nazionale per una soluzione non burocratica, nell’interesse delle PMI, e non ostile all’economia».
Non manca un attacco al PLR. «Che la sinistra sostenga questa (di Müller, ndr) soluzione non ci stupisce affatto. È invece incomprensibile che una simile soluzione provenga dai ranghi del PLR, che si autoproclama “partito dell’economia”, e che soltanto qualche anno fa lanciava un’iniziativa popolare proprio contro la burocrazia».