Cronaca
26.01.2017 - 12:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
Balerna, il calvario di chi denunciò. «Il mobbing subito ha influito sulla loro salute»
Pronzini riassume la vicenda dei maltrattamenti, ponendo l'accento anche su chi ha dato il via al secondo troncone. «Speriamo che questo caso serva a sensibilizzare. Agirò politicamente per maggiori controlli»
BALERNA - Matteo Pronzini è in prima fila da tempo per fare chiarezza sui maltrattamenti avvenuti alla casa anziani di Balerna. Il Municipio chiede silenzio, per aiutare a guarire le ferite delle vittime, voci interne all'istituto parlano di anziani trattati come gioielli. E i collaboratori che hanno avuto il coraggio di denunciare? Secondo le nostre fonti, hanno perso il posto dopo due anni di assenza per malattia. Qual è la verità? Lo abbiamo chiesto a Pronzini, che ricapitola, chiarendola, l'intera vicenda.
La serata informativa he avete organizzato lunedì com'è andata?«Sono soddisfatto. Il nostro obiettivo quando il gruppo locale del MPS ci ha chiesto di fare questa serata era di dare un contributo sulla situazione riguardante i maltrattamenti. Si è rivelata corrispondente alla necessità della popolazione di avere delle informazioni che nessuno ha dato loro sin dal 2011».
Ovvero quali informazioni?«Di capire esattamente cosa è successo e qual è la gravità di quanto avvenuto. Già da prima del 2011 il personale aveva più volte segnalato nei confronti della direzione della casa anziani, alla capo cura, al direttore, al Municipio, una serie di lacune, di mancanza di personale che mettevano a rischio la qualità delle cure. Nessuno di chi era preposto a farlo ha mai agito, finché nel 2011 una stagista ha denunciato dei maltrattamenti. Il problema è che il Municipio ha cercato di nascondere la sporcizia sotto il tappeto, con la copertura dell'Autorità cantonale, e questo ha fatto sì che i maltrattamenti verso altri dieci ospiti non si fermassero. Essi sono proseguiti sino al 2015, da parte di tre operatori, finché dei colleghi non hanno denunciato tutto alla Magistratura».
Le persone che hanno denunciato hanno perso il posto, giusto?«Sono state tutte liquidate dalla Casa per anziani, è un tema su cui dovremo tornare perché trovo sia indegno il modo in cui il Municipio e l'istituto si siano comportati nei loro confronti».
Voci interne ci hanno detto che in realtà si siano messi in malattia, e che dopo due anni sono stati licenziati. È così?«Queste persone hanno subito mobbing da parte della direzione, a seguito del loro coraggio di denunciare la situazione. La pressione subita ha avuto conseguenze sulla loro salute, come credo sia più che normale. Dobbiamo chiederci se non ci siano delle responsabilità da parte delle autorità comunali per aver lasciato soli i loro collaboratori e aver permesso che ci fosse un mancato rispetto della legge sugli obblighi del datore di lavoro di garantire la salute ai propri dipendenti».
Ora sono riusciti a ricostruirsi una vita lavorativa?«No, per il momento non hanno trovato un posto di lavoro».
E ai presunti maltrattatori cosa è successo?«Le tre persone del secondo troncone non sono state sospese e sono tutt'ora alle dipendenze del Comune di Balerna».
Il Municipio, che voi accusate, vi ha dato risposte dopo la serata?«Certo che no. Dal Municipio ormai non ci aspettiamo più molto. Ci auguriamo che ci sia un intervento da parte dell'Autorità cantonale, che deve far rispettare la qualità delle cure».
Adesso com'è la situazione a Balerna?«Non lo so, sappiamo che cosa non ha fatto il Municipio, che non è intervenuto per far sì che i maltrattamenti cessassero».
Lei si occuperà anche di altre case anziani, di monitorare come vivono gli anziani all'interno di esse?«Chiaramente sì, stiamo riflettendo su delle proposte politiche per intervenire in questi ambiti e in quello ospedaliero, dove il Cantone deve verificare che siano rispettate situazioni legali da parte di tutti. Come azione politica intendo delle mozioni, come accaduto a Balerna».
Questa vicenda servirà a sensibilizzare sul tema?«Lo spero. Mi auguro che questa situazione abbia permesso in un modo o nell'altro a sensibilizzare. Sarebbe il minimo, non dimentichiamo che su 35 ospiti più di 20 in cinque o sei anni sono stati maltrattati».
Cosa consiglia a chi si dovesse accorgere che un proprio parente viene maltrattato?«Di intervenire subito, di chiedere all'autorità di farlo».