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Cronaca
07.04.2017 - 14:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

I Giovani Liberali del Mendrisiotto, "questa Sagra all'acqua di rose non ci convince. Non vorremmo che qualcuno voglia ripetere, 100 anni dopo, quel che accadde col protezionismo..."

Non piace la chiusura un'ora prima. "Non è così che si incentiva l'attività diurna: semmai andrebbe potenziata l'offerta in quella fascia, non penalizzata quella serale. Anzi, essa si poteva pure rinforzare"

MENDRISIO – Questa Sagra dell’uva, o meglio, del Borgo, “all’acqua di rose”, è un errore. Ne sono convinti i Giovani Liberali del Mendrisiotto, che contestano la nuova impostazione della manifestazione, volta a puntare di più sulle ore diurne, facilitando le famiglie. “Non vorremmo mai che con l’avvicinarsi dell’anno 2019 venga in mente a qualcuno di ripetere quanto fu fatto 100 anni prima col proibizionismo… C’è la necessità di proseguire sulla via del progresso, che non prevede la ripetizione degli errori del passato. Ma si sa: “Nihil sub sole novum””, commentano sibillini.

Le novità, elencate e motivate da Max Tettamentanti nell’articolo da noi pubblicato questa mattina, puntano ad incentivare la partecipazione delle famiglie. “Sebbene l’intento di dedicare più attenzione ad un certo target potrebbe essere condivisibile, risulta a noi altresì meno comprensibile la decisione di penalizzare quell’altro target – per di più il principale e composto da giovani o meno – che ha sempre contraddistinto l’evento e lo ha sempre preferito vivere come un momento di festeggiamenti serali e notturni. In altre parole sorge spontanea, a questo punto, la domanda: questa riduzione/penalizzazione dell’offerta notturna della Sagra è veramente utile allo scopo di incentivare maggiormente il target diurno?”, si legge nella nota dei giovani liberali locali.

La risposta è no, a loro avviso. Anzi, credono che “l’offerta notturna dell’evento dovrebbe rimanere invariata se non addirittura potenziata (soprattutto nell’ottica di un Ticino volto al progresso nella liberalizzazione degli orari dei locali pubblici, come peraltro previsto dall’iniziativa “Ticino 3.0” e dal controprogetto in votazione nella prossima seduta di Gran Consiglio) e che, semmai si volesse aumentare la partecipazione diurna all’evento, il comitato organizzatore dovrebbe piuttosto pensare a potenziare l’offerta d’intrattenimento in quegli orari anziché ridurla in altri”. Un ragionamento, di fatto logico:” così facendo non solo non si andrebbero a ridurre gli incassi potenziali delle associazioni e degli espositori che lavorerebbero un’ora in più, ma inoltre si ingrandirebbe quella manifestazione che è sempre stata il simbolo del Mendrisiotto e che ci è invidiata persino da fuori Cantone. Inoltre, non dobbiamo nemmeno mettere la testa sotto la sabbia e credere che spegnendo le luci un’ora prima, gli eventuali problemi emersi negli anni passati spariscano col buio”, aggiungono.

Una Sagra “all’acqua di rose”, anche se il protagonista deve essere l’uva, come è sempre stata. I giovani, qui si tratta dei liberali, ma probabilmente è un’opinione comune, non gradiscono. In effetti, non è detto che scegliere di modificare gli orari (in ogni caso, di una sola ora…) aiuti per forza a mettere al centro le famiglie e le attività diurne, se esse non vengono decisamente potenziate. Allora un dubbio a noi sorge: non è che, senza dirlo, il nuovo comitato stia cercando strategie “light” per provare a evitare gli scempi notturni, fatti di persone ubriache, moleste e che non di rado lasciano ricordini poco piacevoli per il nucleo?

 
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