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Cronaca
11.05.2017 - 18:120
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Suicidio assistito, scoperta una nuova casa della dolce morte a Orselina. Quattro o cinque i casi, poi l'intervento del Municipio

Non si sa con precisione chi c'è dietro. La casa, al limitare del bosco, pare venisse affittata dalla proprietaria volta con volta, ma il via vai di carri funebri ha destato sospetti fra la popolazione

ORSELINA – Un’altra casa della morte, questa volta a Orselina. Prima fu Melano, poi Chiasso, ora emergono, come riportato da liberatv.ch, dei casi in riva al Lago Maggiore.

Sarebbero quattro o cinque le persone che hanno avuto il suicidio assistito a Orselina, in poco tempo, forse poche settimane. A insospettire gli abitanti i carri funebri, nonostante la casa dove avvenivano le morti fosse un po’ discosta rispetto al paese.

A quanto pare, la proprietaria affittava di volta in volta la casa, che si trova sul limitare del bosco. Il Municipio, però, allertato, ha fermato la pratica, dato che il suicidio assistito non può essere praticato in zone residenziali: come a Melano e come a Chiasso.

Chi c’è dietro questa nuova casa della morte? Non si sa se i nomi siano sempre gli stessi, ovvero Mariangela Gasperini e Isabelle Scherrer, oppure se si tratti di altre persone.

A far ricorso alla dolce morte a Orselina sarebbero stati ancora una volta degli stranieri, forse italiani. In Italia, ricordiamo, la pratica non è permessa, sebbene qualcosa si sia mosso a livello parlamentare, anche dopo il caso di dj Fabo, che era venuto a morire nei pressi di Zurigo, raccontando la sua triste vicenda (e non è stato l’unico).
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