CRONACA
Fonio, "da genitori sono molto preoccupato". L'appello di Bühler ai figli, "noi viviamo ogni singolo giorno, per voi e con voi"
I due politici sono padri, e reagiscono alla testimonianza della giovane ticinese che voleva partecipare al blue whale. "Nessun problema è troppo insormontabile da non poter tornare a sorridere"
CRONACA

"Blue whale, un modo per non doversi suicidare da soli". La testimonianza di una ragazzina ticinese che si è fermata in tempo

19 MAGGIO 2017
CRONACA

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Un sospetto caso anche in Ticino, la politica si attiva sulla "blue whale". Fonio e Franscella, "Governo, cosa fai per tutelare i nostri giovani?"

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L'orrore senza fine del gioco della "blue whale". Genitori, attenzione, è una follia che porta al suicidio

17 MAGGIO 2017
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17 MAGGIO 2017
BELLINZONA – Le notizie che si sentono in questi giorni, sui media, sui social e nelle scuole, allarmano. Il blue wash è divenuto tema dibattuto: quanto è davvero pericoloso? Cosa si può fare per fermarlo? Come è possibile che qualche ragazzo finisca in una rete del genere?

Tutte domande difficili, cui fornire una risposta non è semplice, perché in gioco rischiano di esserci vite umane. E storie di persone, come quella che abbiamo raccontato tramite l’intervista alla ragazzina ticinese che voleva “giocare”, e si è fermata quando ha visto la disperazione che ha potuto toccare con mano. La sua è una testimonianza forte, di sofferenza e di disagio, che non ha lasciato indifferenti.

Uno dei primi a reagire è stato colui che, assieme a Claudio Franscella, ha inoltrato un’interrogazione sul tema, ovvero
Giorgio Fonio
, che parla da deputato e, soprattutto, da padre:

Dopo aver visto il servizio de Le Iene e aver raccolto le segnalazioni di alcuni cittadini, insieme al Collega Claudio Franscella abbiamo presentato un atto urgente per sensibilizzare e informare la politica ma soprattutto le famiglie su questo presunto "gioco" folle!

L'ho scritto più volte, eravamo combattuti se presentare o meno l'atto parlamentare. Rischio di emulazione da una parte e dovere di informare dall'altra.

Abbiamo scelto la seconda via perché abbiamo ritenuto prioritario dare un contributo soprattutto ai genitori. Inutile mettere la testa sotto la sabbia dal momento in cui l'informazione era già diventata virale, in particolare dopo il servizio de Le Iene.

Su questa vicenda non dirò più niente. Gli elementi ora ci sono tutti. Rimane comunque il rammarico di vivere in una società sempre più individualista. Da genitore sono preoccupato. Molto"

Anche Alain Bühler
nei giorni scorsi tramite Facebook aveva parlato delle sue preoccupazioni e delle precauzioni prese per gestire la vita social della figlia, oggi ha voluto commentare il nostro articolo.

"Il disagio giovanile è qualcosa che non si può comprendere, analizzare e classificare. Le problematiche sono molteplici e le reazioni altrettante, ognuna diversa da quell'altra.

Sono veramente dispiaciuto per quello che sta passando questa giovane e non conosco i problemi e i pensieri che l'attanagliano. Ma mi sento solo di dirle di farsi forza e di non mollare. Nessun problema è insormontabile tanto da spingere ad un gesto estremo.

L'imbarazzo e l'umiliazione sono sentimenti... affrontabili, specialmente se lo si fa con qualcuno. Il fatto di averne parlato con la sua migliore amica è già qualcosa, ma mi sento di consigliarle di parlarne con i suoi genitori apertamente, di tutto.

E lo dico da genitore, viviamo ogni singolo giorno per voi e con voi. A volte ci vedete distanti, in sovrappensiero, sempre al lavoro o sempre indaffarati, e questo offusca il nostro spirito d'osservazione.

Non dovrebbe accadere, ma è possibile. Ma se tirate il freno a mano e volete parlare noi ci siamo. È una società ad alta velocità quella di oggi, una società che non guarda in faccia a nessuno, purtroppo, e so che può spaventare, ma niente è impossibile, come tornare a sorridere.

I fardelli se si è in due o più a portarli, poi alla fine ce li si dimentica".

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