Cronaca
06.04.2018 - 13:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
"C'è stato un buco di tre anni". ANAS ammette i ritardi, ma a quanto pare i lavori sulla statale 337 non partiranno comunque prima del 2020...
Ieri c'è stato un vertice presso la Prefettura di Verbano-Cusio-Ossola. A quanto pare, esisteva già un progetto per la messa in sicurezza della parete rocciosa lunga cinque chilometri nel comune di Re. Ora il capo compartimentale di ANAS assicura che "i cantieri apriranno fra due anni". No è tardi?
RE – La frana che è costata la vita ai coniugi Marco e Elena Brignoli pare sia stata, finalmente, presa sul serio anche dalle autorità italiane: chissà che non sia la volta buona in cui si riesca a far qualcosa per proteggere gli automobilisti, e non solo, che transitano lungo quella strada, pur sapendo che la natura non si comanda.
Ieri nella sede della Prefettura di Verbano-Cusio-Ossola, c’è stato un incontro promosso dal prefetto Igino Olita per fare il punto della situazione. E quel che è emerso non è decisamente piacevole, anzi. A quanto pare esisteva già un progetto per la messa in sicurezza della parete rocciosa lunga 5 chilometri sita in territorio di Re, come scrive La Regione.
Dino Vurro, capo compartimentale ANAS Italia occidentale, ha ammesso che c’è stato un buco lungo tre anni, dal 2014 al 2017. E ora? Tenendo conto che i soldi lo Stato Italiano li ha stanziati… “È stata stilata una road map che prevede il progetto esecutivo, la gara europea d'appalto l'assegnazione dei lavori e infine il progetto definitivo. Tutto dovrà avvenire entro la fine del 2019. Se le autorizzazioni ministeriali arriveranno in tempo, i cantieri apriranno nel 2020”, il quotidiano bellinzonese riporta le parole di Vurro.
Nei giorni successivi la tragedia, in molti sosteneva che il 2020 è già troppo tardi.
“Lo dobbiamo alle vittime di Pasqua”, ha aggiunto Vurro. Bisogna affrettarsi, in modo che Marco e Elena siano gli ultimi morti su una strada ormai maledetta.