CRONACA
Gerri show a difesa dei molinari. "Quel progetto è pura campagna elettorale, Bertini vuol rubare il posto a Borradori. Gli autogestiti dovranno uscire? Avranno la solidarietà di altri centri..."
Beretta Piccoli non è più in politica attiva ma segue il tema dell'ex Macello da sempre. "Ci sono degli accordi cantonali, firmati con Martinelli. Lui riusciva a dialogare con loro, adesso no: non c'è volontà! Alloggi assieme al centro cultura? E cosa fanno, spettacoli che finiscono alle 22?"
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Ex Macello, questa volta il Comune fa sul serio. "26,5 milioni di franchi d'investimento per creare un'area per manifestazioni ed eventi, oltre ad alloggi per studenti e turisti". E gli autogestiti?

19 APRILE 2018
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Ex Macello, questa volta il Comune fa sul serio. "26,5 milioni di franchi d'investimento per creare un'area per manifestazioni ed eventi, oltre ad alloggi per studenti e turisti". E gli autogestiti?

19 APRILE 2018
LUGANO – Ha lasciato la politica attiva, ma non ha smesso di seguirla. Gli autogestiti del CSOA sono sempre stati fra i suoi interessi, e Gerri Beretta Piccoli dice la sua dopo la pubblicazione del progetto del Comune di Lugano per l’aerea dell’ex Macello. E come sempre, non le manda a dire…

“Vogliono costruire una zona culturale e dei dormitori per gli studenti? A me sembra la Cittadella della cultura di Martino Rossi… Per quanto riguarda gli alloggi, loro sono lì a dormire e se si fanno gli spettacoli si dà fastidio: c’è il Club della Calzetta, o danno sale conferenze a qualcuno, e di sicuro non finiscono alle 22! È tutto fumo negli occhi e campagna elettorale”.

Da parte di chi?

“Di Bertini e dei liberali. Non è un segreto, vogliono rubare il posto di sindaco a Borradori. Ma ci sono accordi scritti a livello cantonale, se c’è il diritto superiore se lo dovrebbero ricordare. Pietro Martinelli fece un accordo coi molinari, dicendo loro che potevano restar lì finché qualcuno avesse trovato loro un altro posto. Nessuno ha più fatto niente. Come mai Martinelli poteva dialogare con loro, e adesso viene detto che non si riesce a farlo perché non si sa chi sono? Non c’è la volontà di discutere, i molinari hanno la loro tecnica, però anche gli altri non fanno altro che dire che si devono piegare a loro”.

Lei continua ad essere dalla parte degli autogestiti, par di capire.

“Guardi, ho appena risposto, qui sul lago di Lugano, a due persone che dicevano che prendono i soldi dello Stato. Sì, ma dove eravate quando la Confederazione ha salvato l’UBS? Dove siete quando i ticinesi evadono e vanno a Montecarlo? Invece si attaccano ai molinari... ”.

Com’è la situazione attuale?

“Sono lì, la parte che è bruciata è quella comunale, e ci hanno messo mesi a metterla apposto. Fin’ora più negligente a livello di sicurezza è il Comune! Adesso arriva questa proposta… Anche Fra Martino Dotta ha preferito cavarsela con un’associazione sua, senza l’aiuto delle Istituzioni. È stato fatto chiudere il Centro della Croce Rossa, perché se una persona era ubriaca non poteva fermarsi a dormire… ma dai, basterebbe dargli un caffè, farlo parlare e quando si è calmato può andare a letto, no?”.

Il CSOA accetterà di uscire dagli stabili?

“C’è spazio per tutti, da una parte un gruppo e dall’altra l’altro. La convivenza è possibile. Si può fare tutto senza mandar via la gente. Cristina Barzaghi ha detto ai molinari di uscire che il Comune avrebbe sistemato… Quella autogestita è un modalità diversa di vivere, l’attacco arriva ora perché Bertini vuole prendere il posto di Borradori. Pensiamo che alla Foce sono andati a prendere dei ragazzini che si facevano degli spinelli facendo pagare loro la multa subito: li trattano come delinquenti! Altro che Città Sicura…”.

Nel progetto non pare esserci spazio per una convivenza, però.

“Adesso i gruppi politici ne parleranno, qualcosa verrà fuori. Chi crede che non sia possibile ha il vicino indiano che se cucina in modo un po’ più profumato si fa problemi!”.

Se il Comune chiedesse ai molinari di uscire cosa succederebbe?

“Non resteranno di certo soli, gli altri centri della Svizzera Interna si mobiliterebbero”.

Paola Bernasconi

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