Cronaca
11.05.2018 - 16:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
Non c'è più nessun pericolo. Bertoli, "sono certo che dopo questo momento di apprensione saremo tutti cresciuti un po'. L'interesse verso chi vede ci sta vicino ha permesso tutto questo"
I compagni di classe del 19enne, i docenti e il personale amministrativo sono stati incontrati dal Consiglio Direttivo, ed è stato messo a disposizione un sostegno psicologico. Ma le autorità tranquillizzano. Il Ministro, "non voglio pensare a quello che sarebbe potuto succedere. La scuola funziona bene!"
BELLINZONA – “Le autorità giudiziarie e di polizia hanno confermato che a seguito del fermo del ragazzo non sussistono elementi tali da lasciar supporre che persista una situazione di pericolo per l’incolumità delle persone”: è questa la notizia più importante emersa dal comunicato del DECS, che ha voluto fare il punto sulla vicenda che sta tenendo banco ormai da ieri.
Il Dipartimento di Bertoli ha raccontato ancora una volta come si sono svolti i fatti, con la raccolta delle testimonianze nella giornata di mercoledì. Oggi invece “il Consiglio di direzione – oltre a inviare una comunicazione scritta a tutto il personale docente e non docente, agli allievi e alle loro famiglie – ha incontrato separatamente il personale amministrativo, tutti i docenti presenti in sede e gli allievi della classe del ragazzo fermato. Gli altri allievi sono stati in seguito presi a carico dai rispettivi docenti”.
Chi desiderava parlare ha avuto la possibilità di farlo, grazie a un “servizio di sostegno psicologico rivolto ad allievi, docenti e personale amministrativo”. e anche “la Polizia cantonale sta garantendo nella giornata odierna una permanenza discreta all’interno degli spazi scolastici.
Bertoli ha voluto dire la sua, con un articolo pubblicato sul suo sito che riprendiamo integralmente:
“Quello che è successo in queste ore, l’arresto del giovane che pare pianificasse un atto criminale cruento, ha preoccupato tutti, comprensibilmente, me compreso. Sono però al contempo contento della reazione della scuola, che come dimostrato anche in questa circostanza funziona bene ed è attenta ai propri allievi.
Questo grazie alla vicinanza e al clima di fiducia che esiste tra allievi, docenti e direzione, alla comunicazione schietta e aperta che esiste tra loro, alla capacità di ascolto e di lettura della situazione degli studenti e di chi nella scuola lavora tutti i giorni con professionalità e dedizione. La naturale vicinanza e il sincero interesse verso chi ci sta vicino, considerato come persona e non come un semplice numero, hanno in questa circostanza permesso di cogliere in tempo e prendere sul serio dei segnali altrimenti invisibili, permettendo di reagire tempestivamente per evitare qualcosa che fino a ieri alle nostre latitudini era quasi inimmaginabile.
Questa vicinanza tra studenti e docenti e questa apertura comunicativa sono un tesoro inestimabile che dobbiamo tenerci stretto. Indubbiamente il mondo sta cambiando rapidamente, producendo situazioni finora sconosciute alle nostre latitudini. Alla scuola il compito di restare al passo mettendo in campo quanto necessario per poter continuare ad esser vicini ai ragazzi e accompagnarli lungo il loro cammino, per far fronte alle molte sfide di un mondo che va di fretta, colmo di grandi opportunità, ma che purtroppo nasconde anche insidie.
In un meraviglioso film, Robin Williams impersonava il professor Keating, un docente sensibile, attento, che ascoltava i suoi allievi e li motivava. La scuola deve continuare ad essere questo: un’istituzione fatta di persone attente, che si parlano, vivono e crescono insieme.
Oggi non voglio pensare a cosa sarebbe potuto succedere. Oggi voglio fare un plauso a tutte le studentesse, gli studenti, i docenti e alle direzioni del cantone per quello che fanno ogni giorno e per come lo fanno. Perché la scuola ticinese è questa, e sono certo che, passato questo momento di naturale apprensione, tutti saremo cresciuti un po’ e sapremo stare ancora più vicini, per aiutarci e sostenerci a vicenda”.