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22.05.2018 - 17:490
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Rosario "in riparazione dei peccati", Helvetia Christiana ricorre in Governo e bacchetta la Lega: "stupisce che proprio un Municipio a vostra maggioranza si allinei al pensiero unico"

L'associazione cattolica chiarisce di essere "in regola col Codice di Diritto Canonico della Chiesa, non razzista né tantomeno omofoba" e propone due date per la manifestazione, il 28 luglio o il 4 agosto. "Motivazioni stringate del Municipio, che ci ha negato il permesso solo per motivi politici e ideologici"

LUGANO  - Ricordate il rosario negato a Helvetia Christiana in occasione del Gay Pride, che aveva suscitato grandissime polemiche? Ebbene, l’associazione non molla ed anzi ricorre, rivolgendosi al Consiglio di Stato. Vengono proposte anche due date per la manifestazione: il 28 luglio 2018 o il 4 agosto 2018, nel pomeriggio, tra le ore 14 e 18, in una piazza del Centro città di Lugano, per “la recita di un Rosario in difesa della dottrina cattolica, dei valori cristiani e in riparazione dei peccati”.

La contestazione principale è legata alle scarse motivazioni addotte dal Municipio. “Helvetia Christiana lamenta la carente motivazione della decisione municipale. Infatti il Municipio di Lugano ha rifiutato la domanda in sostanza in quattro righe stringate”, si legge. “Nel merito, Helvetia Christiana critica l’atteggiamento del Municipio di Lugano, che non ha rispettato la giurisprudenza in merito. L’Esecutivo si è infatti scordato che nell’ipotesi in cui la persona richiedente agisca nell’esercizio dei diritti costituzionali, come la libertà di espressione e di religione, esiste un “diritto condizionale” all’uso di una piazza. Soltanto in presenza di imperiose ragioni di sicurezza o di ordine pubblico l’Ente pubblico potrebbe negare l’autorizzazione. Helvetia Christiana ritiene che il Municipio non ha mai messo in evidenza simili problemi, ma ha negato il permesso solo per esclusivi motivi politici e ideologici”.

In merito a chi aveva avanzato dei dubbi in merito all’associazione stessa, “ha chiarito che è un’associazione privata di fedeli, perfettamente in regola col Codice di Diritto Canonico della Chiesa, come è stato validato in consultazioni al più alto livello. Per completezza, Helvetia Christiana ha peraltro sconfessato alcune affermazioni errate proferite sulla stampa dal Sindaco Marco Borradori e dal Municipale Lorenzo Quadri. Helvetia Christiana è un’associazione che difende la dottrina bimillenaria della Chiesa cattolica, e non è né razzista, né xenofoba né tantomeno “omofoba”.

Il ricorso si articola in sette pagine. Il finale è una stoccata per il Municipio a maggioranza leghista, “sorprende che sia proprio un Comune a maggioranza leghista ad allinearsi in modo esplicito al cosiddetto “pensiero unico”, denigrando coloro che non la pensano ugualmente, e adottando metodi di cui loro stessi lamentano di essere sistematicamente vittime”.
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