CRONACA
Stage sottopagati, promesse di lavoro che finiscono in niente: lanciato l'allarme. Da under 30, dico la mia. Ho avuto fortuna, ma lo stage è servito
La Supsi lancia un monito sui giovani laureati assunti provvisoriamente: sovente le paghe non sono consone e il tutto si protrae. Come tutti, giovane giornalista, ci sono passata pure io. Tutto vero, eppure l'esperienza è servita per cogliere l'opportunità quando si è presentata
BELLINZONA - Stage per formarsi o sfruttamento di manodopera gratuita? Se lo chiede la SUPSI, spesso se lo domandano molti giovani. In un ampio servizio de La Regione si parla di ragazzi fino ai 24 anni, estendiamo pure la fascia agli under 30. Chi non si è mai trovato a dover svolgere uno stage, per verificare se il lavoro era adatto, se gli piaceva, se ne aveva le competenze?

Beh, il problema è che sovente il confine fra, appunto, stage e assunzione di manodopera qualificata perché laureata ma senza ampia esperienza, è labile. “L’Ufficio federale di statistica (Ust) ha rilevato un forte aumento degli stage fra i giovani tra i 15 e i 24 anni dal 2010 a oggi in Svizzera. Tra i salariati in questa fascia d’età (apprendisti esclusi), quasi un quarto dei contratti di lavoro sono a tempo determinato e fra questi il 41% sono rappresentati da stage”, spiega al quotidiano bellinzonese Spartaco Greppi, economista e responsabile dell’Unità di ricerca di lavoro sociale del Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale alla Supsi.

Come funziona? “Per neodiplomati e laureati sta diventando una modalità di entrata nel mondo del lavoro. Lo stage in sé non è negativo, ma lo diventa se si prolunga, se si continua da uno stage all’altro con promesse di un impiego che non arriva. Quando ciò è seriale abbiamo un grosso problema”. Addirittura, “riscontri di lavori gratuiti sono stati rilevati e documentati anche da fonti sindacali e organizzazioni di categoria. Abbiamo fotografato una serie di figure professionali che vivono il lavoro gratuito”.

“L’ispettorato del lavoro nel 2017 ha rilevato una trentina di situazioni problematiche nel rispetto del contratto di lavoro nell’ambito degli stage. È un fenomeno che rileviamo, non tutti i casi vengono alla luce, ma non ho elementi per dire che è allarmante”, aggiunge Stefano Rizzi, direttore della Divisione economia.

La fascia degli under 30 io ancora non l’ho passata. Questo lavoro lo svolgo da quando ricordo, perché la passione c’è da sempre. In modo continuo, sono ormai tre anni: e mi ritengo sicuramente fortunata! Lo stage serve certamente per fare esperienza, perché, checché se ne dica, l’università o la scuola non valgono quanto il lavoro sul campo. Lì io, giovane giornalista imbottita di nozioni di latino e storia della lingua italiana, ho appreso i piccoli trucchetti, ho corretto errori, mi sono presa sgridate.

Certo, lo stipendio non era certamente di quelli che permettevano di vivere da nababbi: anzi, neppure forse in modo dignitoso. Ragionavo dicendo che contava imparare, dunque nonostante la paga sfruttare al meglio quei mesi. La fortuna era essere in ogni caso ancora in casa, dunque poterselo permettere.

Quello stage non portò a un posto, ma non posso dire che non servì. Quando arrivò l’occasione, quella di scrivere per voi, cari lettori di TicinoLibero, ero forse pronta per coglierla. Ovviamente, sono migliorata, e migliorare sempre è l’obiettivo, perché chi si ferma, in ogni ambito, è perduto.

La mia esperienza è stata questa. Leggendo le storie narrate da La Regione, sentendone molte riportate (laureati a 1'000 franchi al mese, chi prende 1'800 all’80%, chi è in disoccupazione e viene fatto lavorare come stagista), penso che nulla è stato vano. La fortuna è stata che, a differenza di molti, il periodo di stage è durato il giusto. E parlo di fortuna, perché ci metto un po’ di abilità, forse, però molto conta chi ci si ritrova sulla strada, ed io in quello ho avuto fortuna.

Dunque, che dire? Lo stage serve, pazienza se non è stipendiato al massimo, pazienza se l’offerta di un posto poi rimane sulla carta. Ovviamente, non deve essere in eterno. Poi deve subentrare la fortuna. Purtroppo non a tutti succede.

Paola Bernasconi

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