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Cronaca
25.07.2018 - 22:460

Sergente, "come è possibile che lavori ancora in Polizia e sia stato promosso?"

La comunità ebraica è preoccupata per la promozione dell'agente che inneggiò al nazismo. "Minato il senso di sicurezza delle minoranze"

BELLINZONA – Per loro, addirittura non avrebbe dovuto più esercitare la professione di poliziotto, e ora che è stato promosso sergente maggiore, chiedono rassicurazioni “che l’orientamento dell’agente non avrà nessuna influenza sul suo comportamento e sulla sua capacità di giudizio nel suo quotidiano operato in seno alla polizia e nei rapporti con le minoranze e gli stranieri in Svizzera”.

Si parla ancora di Edy Imperiali, l’agente di Polizia che aveva inneggiato al nazismo su Facebook, ora promosso sergente maggiore. La Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI) ha scritto una missiva a Norman Gobbi, pubblicata in forma integrale dalla RSI. 


“Gli agenti di polizia agiscono in quanto rappresentanti dell’autorità politica e sono a diretto contatto con le persone che hanno il compito e il dovere di proteggere. Fra queste vi sono anche gli stranieri che l’agente ha definito “maiali” e che voleva addirittura espellere dal Paese facendo ricorso alle armi”: dunque, tra le righe si capisce che avrebbero auspicato un licenziamento. 

“Ma il poliziotto non si è limitato a questo: celebrando i regimi criminali nazifascisti italiano e tedesco ha minato anche il senso di sicurezza delle minoranze oriunde nate e residenti in Svizzera e quindi anche delle ebree ed ebrei svizzeri. Come è possibile che, dopo tutti questi episodi e la sua condanna, egli continui a lavorare nel Corpo di polizia del Canton Ticino?”.


Ora, addirittura, la promozione, che giudicano “un segno inquietante” e si domandano che influenza potrà avere sugli uomini che avrà sotto la sua responsabilità. 


“Come possono il Comando di Polizia e il Governo ticinese spiegare un simile atto?. Sapere che la polizia svizzera affida cariche di grande responsabilità a persone che professano ideologie razziste e addirittura fascistoidi compromette la nostra fiducia in questa importantissima istituzione statale”., prosegue la missiva, chiedendo poi a Gobbi, appunto, la sicurezza che il suo orientamento (ritenuto non uno scivolone bensì un pensiero mostrato più volte nel tempo) non influisca nei rapporti con le minoranze.

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