MENDRISIO – Ogni anno, la stessa storia. Il Rally Ronde viene organizzato, mobilita piloti e appassionati, ma si trova confrontato con una serie di ricorsi. Quest’anno, a chiedere al Governo di non far svolgere la manifestazione, quanto meno di concedere inizialmente l’effetto sospensivo, sono stati Pro Natura Ticino, Associazione Cittadini per il Territorio, Verdi del Mendrisiotto, Movimento per il socialismo e Partito socialista del Mendrisiotto.
Il Dipartimento del Territorio ha deciso di non applicare l’effetto sospensivo, dunque l’organizzazione del rally va avanti, e poi si deciderà se esso ha rispettato o meno le legge. Il problema? Che la risposta si avrà quando ormai la gara si sarà corsa! Per cui, a posteriori, anche aver ragione servirebbe decisamente a poco a chi contesta, dato che l’obiettivo è fermare una manifestazione a loro dire nociva. Lo scorso anno, vinsero, ma, appunto, non servì a niente.
Ed ora sono furibondi con gli organizzatori, rei a loro dire di aver richiesto i permessi sul filo di lana in modo da non permettere ricorsi, per i tempi tecnici. “Vi era un piano ben preciso per ritardare la presentazione dell’istanza e precludere così l’esercizio della facoltà di ricorso”, affermano. Se infatti lo scorso anno la richiesta era arrivata sei mesi prima, ovvero a dicembre, questa volta è stata presentata solo a fine maggio. “Questo modo di procedere configura un vero e proprio abuso di diritto ed una negazione – de facto – dello Stato di diritto”, attaccano i ricorrenti.
I quali si appigliano al Piano di risanamento dell’aria (PRA), che impedisce gare automobilistiche sino al 31 agosto completo. Quest’anno, il programma prevede al 30 e al 31 agosto delle “ricognizioni autorizzate delle prove speciali”: dunque, violerebbe la legge. La gara vera e propria si svolgerebbe il primo settembre.
Il DT comunque ha dato ragione, per ora, agli organizzatori, decidendo di non concedere l’effetto sospensivo e dunque autorizzando la manifestazione: se poi arriverà una sentenza che dice che la legge è stata violata, la gara ormai sarà stata fatta. "È sicuramente meno gravido di conseguenze irrimediabili far sopportare ai ricorrenti gli inconvenienti derivanti dall'esecutività dell'autorizzazione nell'attesa del giudizio di merito", è stato detto. Dunque, gli interessi di chi organizza, corre e va a vedere il rally sono superiori.
Intanto, quando mancano pochi giorni, continuano le proteste. “Non è sembrato vero il 3 di agosto, leggere che l’autorizzazione al rally ronde 2018, sia stata accettata. Non è sembrato vero per ragioni ideologiche (stiamo scherzando? La regione con l’inquinamento più alto in Svizzera, estate/inverno), dopo la sentenza dello scorso anno del tram che deplorava il permesso accordato e bacchettava il consiglio di stato...malgrado tutto ciò non è sembrato vero ricapitare con gli stessi errori procedurali, anzi, pure peggiori: non rispetto dei termini per la domanda di autorizzazione (l’ufficio della circolazione parla chiaro: 6 mesi!) ma solo 5 sono stati, e pure l’autorizzazione allo stesso, meno di 30 giorni dallo svolgimento della manifestazione. Ci chiediamo allora, perché non si esige lo stesso rispetto per le leggi a chi, oltretutto, non rispetta il diritto per i cittadini ad avere un po’ di tregua per i propri polmoni?”, scrive un gruppo di cittadini. Sono comparsi anche degli striscioni (vedi gallery).
Ma intanto, nel weekend si corre.