BELLINZONA - L’onda lunga della sentenza di condanna contro l’ex funzionario del DSS, continua ad animare il dibattito politico. In particolare per quanto riguarda le responsabilità dei superiori che, pur ricevendo due segnalazioni sui comportamenti inopportuni dell’uomo, reagirono in maniera insufficiente, secondo l’opinione del giudice Marco Villa e della procuratrice Chiara Borelli.
Il Consiglio di Stato, come è noto, ha avviato un’inchiesta per chiarire chi era stato effettivamente messo al corrente e perché i rapporti non furono segnalati in Procura. PPD, Verdi e MPS hanno presentato una sfilza di domande al Governo. Inoltre, polemica nella polemica, c’è la posizione del partito socialista. L’ex funzionario, infatti, militava nelle file del PS, così come alcuni funzionari che, ieri come oggi, ricoprivano incarichi di responsabilità al DSS. La Consigliera di Stato, all’epoca dei fatti, era Patrizia Pesenti.
Il sospetto, avanzato da taluni, è che la comune apparenza politica possa aver agevolato qualche silenzio di troppo. Stamane, la Regione, ha interrogato sul tema il presidente Igor Righini, che ha risposto con parole chiare: “All’epoca dei fatti non guidavo il partito. Adesso ho la responsabilità di dirigerlo e quindi se dovessero esserci al nostro interno persone coinvolte in questa vicenda per non aver dato seguito alle segnalazioni delle stagiste con una denuncia, adotteremmo nei loro confronti seri provvedimenti. Quei provvedimenti che sono ovviamente di competenza del partito. Sarà tolleranza zero”.
“Sarebbe gravissimo e inaccettabile, al di là di ogni considerazione politica o su appartenenze partitiche - ha aggiunto Righini - se dalle verifiche del governo emergerà che chi sapeva non ha denunciato. Ma sarà anche importante stabilire quanti sapevano e non hanno fatto nulla”.