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Cronaca
12.02.2019 - 11:130

Merlo replica a Ris: "Un uomo mediocre trova posto più facilmente della più brava delle donne"

"Vogliamo dire che un partito grande e di lunga tradizione come quello liberale radicale ha potuto rastrellare solo 23 donne competenti e meritevoli come gli uomini? Non meritiamo questo paternalismo"

di Tamara Merlo*

La candidata del PLRT al Gran Consiglio Michela Ris dice di preferire la meritocrazia al “femminismo”, quasi le due cose siano in contraddizione. Invece il femminismo oggi significa permettere al merito di emergere anche per le donne, non solo per gli uomini.

Vogliamo davvero credere che i 67 uomini della lista PLRT siano lì in base a esclusivi criteri meritocratici? O, per dirla al contrario, vogliamo davvero credere che un partito grande, di lunga tradizione come quello liberale radicale ticinese, abbia potuto rastrellare solo ventitré donne tanto competenti e meritevoli quanto i sessantasette fenomeni con il cromosoma Y?

Gli uomini sarebbero dunque tre volte più bravi delle donne. Mmmhh… okay.

In realtà non si tratta affatto di meritocrazia. È la semplice perpetuazione di una situazione antica e ingiusta: i partiti sono sempre stati fatti dagli uomini per gli uomini, e le donne hanno faticato e faticano a trovarvi posto.

Un uomo mediocre trova posto più facilmente della più brava delle donne. È così, inutile raccontarsi favolette meritocratiche. E non vale solo in politica. È così nell’industria, nella ricerca, nella scuola, nel servizio pubblico, in polizia, negli ospedali, perfino nei supermercati…

Se davvero contasse la meritocrazia, di donne ce ne sarebbero di più. Perché le donne sono tanto brave quanto gli uomini, cara Michela.

Il 52% degli iscritti in catalogo ticinesi sono donne. Alle donne dobbiamo dare la medesima possibilità di essere elette dei loro colleghi maschi.

Non è un favore. È un diritto. Ed è per questo che è nata l’idea della lista Più Donne.

Per riequilibrare una situazione che si trascina da decenni. No, da secoli. Secoli in cui il sesso di una persona ha contato infinitamente più della meritocrazia. Secoli che continuano oggi con la collaborazione, ahimè, di molte donne in preda a una strana sindrome di Stoccolma.

Meritocrazia? Quando metà della popolazione non è rappresentata in Consiglio di Stato ed è gravemente sottorappresentata in Gran Consiglio questa parola sembra una presa in giro. Se valesse davvero la meritocrazia, saremmo già arrivate da tempo a occupare la metà dei posti. Ci saremmo arrivate già dagli anni Settanta, senza dubbio.

Se valesse davvero la meritocrazia, anche gli uomini dovrebbero dimostrare di meritarsi i posti in Governo e Parlamento. Invece, per loro, la competenza è data per scontata. I fatti e l’attuale legislatura provano eloquentemente il contrario.

Se valesse davvero la meritocrazia, non ci sarebbe bisogno di una lista Più Donne tutta al femminile, perché non solo le liste ma i partiti stessi, compresi quelli tradizionali, sarebbero composti di donne e uomini in pari misura. Perché rispecchierebbero la nostra società.

Chi mette in contrapposizione meritocrazia e femminismo afferma, magari in buona fede, la superiorità dell’uomo rispetto alla donna. È come se dicesse: Se la metà del mondo non trova posto in politica è perché non lo merita. Invece siamo noi donne che non meritiamo questo paternalismo, nemmeno quando viene dispensato da donne.

*deputata in Gran Consiglio - candidata sulla lista Più Donne per il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio

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