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Cronaca
15.02.2019 - 14:590
Aggiornamento: 15:42

"Riassumete quei due dipendenti". La ragione legale, quella morale, la gratitudine e il nuovo direttore del personale

A Locarno è scattato un appello per due ex dipendenti comunali licenziati per le troppe assenze (ma spesso erano giornate al 50% per infortuni professionali) e anche alcuni consiglieri comunali interpellano il Municipio

LOCARNO - Una interpellanza interpartitica sul caso di due persone licenziate dal Municipio di Locarno lo scorso anno. Il motivo? Troppe assenze, seppur non per colpa loro, e un comportamento su cui non c’era nulla da ridire. Oltretutto, si tratterebbe di due persone con un’età che rischierebbe di causare problemi nel trovare un nuovo lavoro.

Così, gli ex colleghi, ben 61, hanno inviato un appello all’Esecutivo a loro favore e i consiglieri comunali Fabrizio Sirica (PS), Pier Mellini (PS), Damiano Selcioni (PS), Simone Beltrame (PPD), Mauro Cavalli (PPD), Matteo Buzzi (Verdi) e Marko Antunovic (PLR) scrivono un’interpellanza.

“I motivi del licenziamento per i due dipendenti in oggetto riguardano l’applicazione dell’articolo 81 a, cpv. 1 e 2, del “Regolamento organico dei dipendenti Comune di Locarno” (ROD). Esso disciplina il numero massimo di assenze, oltre al quale si è licenziabili. Sentiamo di dover dare alla faccenda un’interpretazione etica e comprensiva dal lato umano. Non vogliamo addentrarci su questioni tecniche, come il fatto che sono stati conteggiati come giorni interi di assenza anche giornate in cui i lavoratori hanno operato nella misura del 50% (per reintegrare il lavoro dopo periodi di infortunio) gonfiando di molto il dato totale. Desideriamo soprattutto sottolineare che il Municipio riconosce a questi nostri ex dipendenti che le loro assenze erano corredate da certificati medici validi, comprovati e che non sono stati messi in discussione. Non si tratta pertanto di assenteismo o scarsa propensione al lavoro”, si legge nel testo. “Molti di questi giorni di assenza sono dovuti ad infortuni professionali! In altre parole, nell’ambito della loro professione, che comprende mansioni fisicamente logoranti, essi hanno subito degli infortuni. Invece di offrire riconoscenza per le tante ore impiegate in favore dei servizi per la città, invece di loro la possibilità di reintegro oppure di evitare di conteggiare quei giorni nel computo delle assenze, il Municipio li liquida!”.

Il sindaco dei due aveva detto : “La disdetta non è da ricondurre ad un comportamento reprensibile, ma a cause oggettive di natura valetudinaria e quindi indipendenti dalla volontà del dipendente (…) in altre parole, è licenziato per causa e non per colpa (…) Poco importa che le sue prestazioni di lavoro fossero buone o scadenti.”
Per gli interpellanti, troppa freddezza, e seppur la ragione dal punto di vista tecnico e legale può starci, “a livello morale questo comportamento è ingiustificabile! Simili gesti, privi di gratitudine e con uno sguardo alla manodopera soltanto nella voce dei costi, è purtroppo riscontrabile spesso nel settore privato e fa specie che un ente pubblico ne segua la linea”.

Per poi aggiungere: “Considerata l’età degli ex dipendenti, il Municipio con questa scelta sottopone queste persone ad un elevato rischio psicosociale. La frustrazione derivata dall’ingiustizia subita, il sentimento di totale irriconoscenza del datore di lavoro per il quale per quasi 20 anni si sono spesi, sommato alle oggettive difficoltà di trovare una nuova soluzione lavorativa, costituiscono fattori di rischio non indifferenti. Il paradosso, è che questa scellerata scelta, giustificata soltanto da questioni di risparmio, potrebbe tornare indietro come un boomerang, costando alla collettività in termini di spesa sociale. Ma cosa ben più grave, potrebbe compromettere pesantemente la qualità della vita dei lavoratori e delle loro famiglie”.

Oltretutto, gira una voce, riportata dai membri del legislativo che scrivono, “questa strategia, rappresenti un metodo di gestione portato dal nuovo direttore del personale. Serpeggia infatti, comprensibilmente, l’idea che questi licenziamenti siano atti dimostrativi, per far vedere che la musica è cambiata e per scoraggiare le assenze. Una sorta di “punirne alcuni per educarli tutti.”

Dunque chiedono:

"- Il Municipio intende dar seguito all’appello lanciato dai dipendenti? Se no, per quale motivo?

- Il Municipio ha tenuto in considerazione l’aspetto umano e i rischi psicosociali ai quali sottopone i due dipendenti freddamente licenziati?

- Il responsabile della gestione del personale, prima dell’arrivo del nuovo direttore delle risorse umane, è mai intervenuto, ad esempio con colloqui per capire le cause degli infortuni e, più in generale, le problematiche di salute? Se no, per quale motivo?

- C’erano dubbi sulla possibilità per i due operai di tornare a svolgere le loro mansioni? Se sì, è stato valutato un accompagnamento verso gli uffici competenti (domanda di invalidità)?

- A cosa è dovuto questo drastico cambio di rotta nella gestione del personale? È una strategia voluta dal nuovo direttore del personale?”

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