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Cronaca
24.05.2019 - 09:000

Non solo la Prati. "Attenzione ai manipolatori gentili, sono i più suboli. Creano il bisogno, poi chiedono soldi"

La consulente in sessuologia e Life Coach Kathya Bonatti ha già visto casi di persone pronte a sposarsi con partner che non avevano mai visto. "Dicono che l'altro è troppo occupato, è all'estero. Vengono prese di mira persone bisognose d'affetto"

BELLINZONA – Nozze in vista, le foto con l’abito da sposa, un fidanzato ricco e misterioso, due figli adottivi, una vita da favola ad attenderla. E poi, il crollo. Non è vero niente, il fantomatico Mark Caltagirone probabilmente non esiste, così come non esistono i fidanzati appioppati dalle manager ad altri personaggi dello spettacolo. Il caso di Pamela Prati sta tenendo banco nei programmi televisivi italiani.

Ma come è possibile farsi ingannare sino a quel punto? Ne abbiamo parlato con la consulente in sessuologia e Life Coach Kathya Bonatti. “Di primo acchito mi sono venute in mente le persone che vengono contattate tramite i social e cominciano a intessere relazioni molto nutrienti dal punto di vista emotivo, quindi con una vicinanza costante dal punto di vista dei messaggi, dalle frasi nutrienti, del discorso, della condivisione, con un’intimità a distanza che fa abbassare i livelli di guardia a volte anche della razionalità. In tv se ne è parlato diverse volte, per mettere in guardia le donne dall’irretimento mediatico: si tratta di persone che prima si propongono come amici, poi passano a un coinvolgimento sentimentale, per poi sparire, creare il bisogno nell’altro e infine giustificarsi con dei problemi, dalla mamma che sta male al figlio operato. Chi sente la mancanza comincia a dare soldi, credendo che la relazione sia stata vera, anche se nella maggior parte dei casi è qualcuno che usa tecniche manipolatorie per guadagnarci”.

Sono casi di cui si sente parlare, però come si può arrivare al punto di voler sposare qualcuno che non esiste?
“Ora è accaduto a una donna famosa come Pamela Prati, però succede con persone che dicono di essere prossime al matrimonio, alla domanda ‘come l’hai conosciuto’ rispondono ‘sui social’ e ammettono di non averlo mai visto, perché ‘ha da fare, è all’estero’. Sono storie che ho sentito da persone irretite, che avevano cominciato a dare soldi, preparato le carte del matrimonio senza vedere quella persona. Finisce sempre con un impedimento che mostra che era una truffa. I bisogni emotivi e affettivi vanno confrontati con la realtà, bisogna usare almeno Face Time, per vedere il viso, per capire se la persona è reale. Per quanto concerne la Prati, non so come sia andata davvero”.

Però preparare le carte di un matrimonio senza essersi mai visti è fantascienza, almeno sembra…
“Si tratta di persone in generale fragili, bisognose dal punto di vista emotivo e affettivo. Penso alla Prati, aveva raccontati anni fa di un’infanzia molto sofferta”.

Lei ci parlava di casi che ha visto. Quando poi si è scoperta la verità, è stato un trauma, vero?
“Queste persone si rivolgono magari a esperti per elaborare da dove nasce quel che è successo. La richiesta principale degli ipotetici partner è sempre chiedere soldi, presentandosi come vedovi o con figli malati, facendo leva sull’emotività, sul porsi come ‘poverini’, bisognosi d’aiuto ma prima molto nutrienti e vicini. Qualsiasi relazione va esaminata. I social possono essere uno strumento meraviglioso o che dà grande dolore: va benissimo conoscersi su Facebook, ma poi bisogna passare al reale. Chi dice che non ha tempo di telefonare, di vedersi, significa che non vuol mostrarsi in video, c’è qualcosa che non quadra”.

Qui pare che siano state le manager della Prati a ordire tutto, non solo ai suoi danni. Si può essere manipolatori sino a quel punto?
“Non saprei come si fa. In genere chi manipola lo fa per ottenere un vantaggio, il proprio, senza guardare la sofferenza della vittima, altrimenti non sarebbero manipolatori. Se nel caso della Prati sono reali le minacce di sfregio con l’acido la manipolazione è alquanto grave, se si usano minacce così violente. Una setta? Essa è una struttura organizzata, con tecniche di condizionamento, con persone che sono d’accordo di metterle in pratica, facendo sentire gli adepti accolti, amati, ben voluto, per essere poi isolati dalla famiglia per disporne come si vuole. Qui credo che fossero solo due persone, immagino che la Prati avesse contatti con i parenti, per cui non parlerei di setta”.

In amore, in genere, quanto ci si illude, vedendo nel partner chi non è?
“Accade sempre nei primi tre mesi dell’innamoramento, in cui si proiettano sull’altro i propri desideri. Poi si deve vedere se le proprie aspettative corrispondono alla realtà: se è così la relazione continua e si trasforma in amore, sennò finisce o se prosegue diventano masochistiche. I motivi per non lasciare? Paura della solitudine, di ammettere di aver sbagliato, coazione a ripetere relazioni malsane all’interno della famiglia. Chi si ama e si accorge di aver fatto una scelta che si mostra inadeguata e che non porta benessere, chiude”.

Cosa direbbe a una persona come la Prati o a chi si trova in una situazione simile?
“Di confrontarsi con la realtà, essa è sempre da vincenti, anche se può far male all’inizio. Di confrontarsi con qualcuno che li riporti alla razionalità, perché i bisogni affettivi e di nutrimento appartengono a tutti gli esseri umani, ma vanno confrontati con la realtà, vedere se il desiderio è reciproco. In questo caso, bisogna capire se la persona esiste davvero, soprattutto se si mostra come bisognosa per far leva su gente buona. È molto facile, bisogna chiedere di vedersi, magari su Face Time, appunto. E chiedere dettagli, dove si vive, di vedersi: se alla prima occasione c’è una scusante non depone bene, se ce ne sono una seconda e una terza c’è da farsi domande. Adesso è successo a una persona famosa che ci credeva così tanto da metterci la faccia, ma il suo caso può essere un monito. Sono stati dati soldi, anche centinaia di migliaia di franchi o euro a persone mai viste, a persone che cercano chi ha il denaro, chi è fragile, sanno come fare per far sentir l’altro amato, poi si allontanano creando il bisogno. Queste cose avvengono, va chiesto aiuto, che sia uno specialista per sostenere il peso della manipolazione subita e elaborare il lutto di una relazione che non esisteva, che sia un’amica o un familiare. I manipolatori più infidi sono quelli che si mostrano buoni, gentili, nutrienti, vicini, per mostrarsi dopo spietati e senza pietà”.

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