COMO - I frontalieri impiegati nel settore sanitario sono 4'300: resta, insomma, un settore chiave, come si vede durante questa pandemia. Quelli impiegati, in totale, nel terziario, sono 45'430, nell’edilizia sono passati dai 7'590 di tre mesi fa agli attuali 7'737
Sono dati che riporta La Provincia di Como, commentando l'aumento dei lavoratori italiani in Ticino annunciato ieri. Ma per Andrea Puglia, responsabile frontalieri del sindacato ticinese OCST, non è tutto rose e fiori. "Questo dato comunque importante è frutto anche delle assunzioni su larga scala che passano dalle agenzie di lavoro, dunque con impieghi limitati nel tempo", sostiene, rimarcando la crisi e la diminuzione degli impieghi stabili anche in Ticino.
"Va ricordato che per l’anno in corso, le aziende hanno potuto beneficiare dell’orario ridotto ovvero la cassa integrazione svizzera, il che ha permesso di limitare i danni. Nonostante ciò, però, tante aziende importanti hanno tagliato diversi contratti a tempo indeterminato e questo dimostra come il dato sui frontalieri impiegati in Ticino al 30 settembre non rappresenti un indice di benessere del mercato del lavoro" , è la sua convinzione. Ed è pronto a scommettere che il trend peggiorerà, con la perdita di molti posti "sicuri".