LUGANO - Anche il sindacato Unia condanna la decisione del Municipio di Lugano di demolire lo stabile dell'ex Macello, a causa amianto. E svela come l'ordine di demolire sia arrivato poco prima delle 18 di sabato.
"Unia ha le prove documentali che almeno una delle tre imprese, che nelle prime ore e per tutta la giornata di domenica hanno eseguito la demolizione e la messa in sicurezza, ha infatti ricevuto l’ordine d’intervento da parte del comando della polizia di Lugano soltanto alle 17:50 di sabato 29 maggio. Tenuto conto che l’operazione non era stata preparata in precedenza (almeno stando alle dichiarazioni ufficiali) e che in poche ore non sarebbe stato possibile «accertare accuratamente i pericoli» e «valutare i relativi rischi», si può ritenere che il Municipio di Lugano, la Polizia e le tre imprese coinvolte abbiano agito in piena illegalità ed esposto lavoratori e cittadini a un grave pericolo per la loro salute", si legge nella nota inviata in redazione.
Il pericolo della presenza di amianto nello stabile preoccupa il sindacato. "Ventitré lavoratori (sono stati, ndr) esposti a un rischio enorme e nel pieno disprezzo delle chiarissime disposizioni di legge: prima di avviare qualsiasi lavoro di ristrutturazione, demolizione o manutenzione occorre verificare se nell'edificio sono presenti materiali contenenti amianto. E se vi è il sospetto di una presenza (dato se la costruzione, come nel caso dell’ex macello, è antecedente al 1990), il datore di lavoro deve accertare accuratamente i pericoli e deve valutare i relativi rischi. In Ticino dal 2014 vige inoltre l’obbligo, nel caso di demolizione o trasformazione, di fare allestire una perizia a un’azienda specializzata". Nulla di tutto ciò è avvenuto a Lugano.