LUGANO - Ieri si è riunito il Municipio, per parlare di quanto successo sabato notte, quando è stato demolito l'ex Macello. Quel che emerge è una versione che concorda con quella sempre fornita in precedenza.
Come svela Liberatv, il Municipio sostiene che intorno alle ore 21.00 circa la polizia ha chiesto il via libera al Municipio per procedere con lo sgombero. Tutti e sette i municipali sono stati consultati e si è dato l’ok all’intervento con una maggioranza di 5 a 2 (contrari Roberto Badaracco e Cristina Zanini Barzaghi). Altro dettaglio, questa consultazione non era necessaria in quanto le regole d’ingaggio concordate nei giorni precedenti tra le autorità e le forze dell’ordine, prevedevano già l’avallo politico all’opzione sgombero qualora si fossero verificati episodi paragonabili all’occupazione dell’ex Vanoni.
Intorno alle 22.00 circa vi è stata la seconda consultazione: la polizia ha chiesto di poter procedere alla demolizione delle parti deboli o pericolanti dell’edificio, come ad esempio il tetto, adducendo come motivazione il rischio di una concreta messa in pericolo per l’incolumità delle persone. In questo secondo caso sono stati consultati 4 e non 5 municipali come si è creduto finora (Lorenzo Quadri non è stato sentito, oltre agli esponenti già contrari allo sgombero). Alla politica è stato chiesto di decidere in pochi minuti. Mai - e poi mai - ribadiscono con convinzione le fonti, prima delle 22.00 di sabato sera l’opzione di una demolizione era stata neppure accennata al Municipio.
La cronologia politica, con tutta evidenza, entra in rotta di collisione con quella operativa, dopo le rivelazioni emerse ieri, diffuse dal sindacato UNIA e da altre fonti. In particolare quella che una delle tre aziende coinvolte nella demolizione, quella che si sarebbe occupata della messa in sicurezza dei detriti (quindi ad abbattimento avvenuto), avrebbe ricevuto dal Comando della Polizia comunale una richiesta d’intervento alle ore 17.50 di sabato, prima cioè che l’ex Vanoni venisse occupato da un gruppo di autogestiti. Il Comando della Polcom ieri sera ha smentito “categoricamente” questa circostanza. Ma stamane la Regione scrive di aver avuto accesso “a documenti riservati che confermerebbero l’esistenza di un preavviso telefonico dato alle 17.50 di sabato 29 maggio a una delle ditte intervenute nel “cantiere” in riva al Cassarate. La chiamata, secondo quanto scritto dalla medesima impresa, sarebbe stata effettuata dal vice comandante della Comunale”. Ci sarebbe anche un-email. La perentoria smentita della polizia comunale - pare non apprezzatissima all’interno del Municipio - fa sorgere il dubbio che forse sia stata erroneamente indicata dall’azienda la Polcom, quando magari l’ordine è partito dalla Cantonale che aveva il coordinamento delle operazioni.
Se fosse confermato l’ordine alle ditte alle 17.50, significherebbe che la macchina per lo sgombero e l’abbattimento dell’ex Macello si era messa in moto prima dell’occupazione dell’ex Vanoni, indicato dal Municipio come casus belli per dare il via all’operazione. Su questo punto è importante evidenziare come il sindaco Marco Borradori, dalle 18.00 in poi di sabato, aveva rilasciato una serie d’interviste esprimendo soddisfazione per il fatto che la manifestazione si fosse svolta senza particolari problemi e rilanciando per questo l’ipotesi di una nuova sede per il centro autogestito (che nei giorni successivi abbiamo appreso essere quella dell’ex depuratore di Cadro). Ora tutto si può pensare meno che un sindaco rilasci tali dichiarazioni alla stampa, mentre la procedura di sgombero, o addirittura di demolizione, è già stata avviata. A meno che non lo sia a sua insaputa.
Da non sottovalutare, infine, un ultimo quesito, quello legato alla possibile presenza di amianto. Fortunatamente, dalle prime verifiche, pare che non sia stata riscontrata una presenza significativa di Eternit, ma questo importante aspetto per la salute pubblica è stato verificato da qualcuno prima dell’intervento, oppure è stato fatto correre un rischio enorme agli operai impiegati nella demolizione e ai cittadini che vivono in prossimità del cantiere?
Anche a Palazzo delle Orsoline si è parlato del caso, con anche rappresentanti della Polizia Cantonale.