BELLINZONA – Il Ticino ha accolto più profughi ucraini rispetto a quanti gliene sarebbero aspettati secondo la chiave di riparto. Sono infatti 1'470, su circa 20mila totali, i rifugiati a sud delle Alpi. E l’estate preoccupa, perché il nostro Cantone potrebbe divenire punto caldo per l’immigrazione, non solo dall’Ucraina
Di dati si è parlato in occasione della visita della segretaria di Stato della migrazione Christine Schraner Burgener al centro federale d’asilo di Chiasso, dove sono stati registrati 2'500 cittadini in fuga dall’Ucraina.
Ma perché molti sono rimasti in Ticino? Lo ha spiegato Norman Gobbi, il quale ha detto che la presenza di una folta comunità ucraina ha fatto da catalizzatore, oltre al fatto di avere un centro di registrazione. Nei giorni scorsi comunque le attribuzioni sono diminuite.
Per quanto riguarda i centri, ci sono 60 persone a Aurigeno e 65 alla Perfetta di Arzo, 46 ad Airolo, con ancora 14 posti liberi, lunedì apriranno altre due strutture, a Breno e ancora a Airolo. Molte persone sono state però accolte da privati, senza passare dai centri. Verranno, prossimamente, messi a disposizione una settantina di appartamenti.
Al momento in Svizzera arrivano 1'000 persone al giorno ma si pensa che da aprile raddoppieranno. Il Ticino potrà continuare a ospitarne così tanti? “Il nostro Cantone rischia di diventare ancora una volta il ‘focus’ come tradizionalmente accade quando si parla di flussi migratori in provenienza dall’Africa”, ha detto Gobbi.
È stata sottolineata la necessità che le autorità continuino il loro lavoro di registrazione, per avere un tracciamento di chi arriva: i minori non accompagnati per ora sono pochi ma vanno assegnati a qualcuno che possa fare da autorità parentale e distribuiti nelle scuole, ci sono anziani con bisogno di cure, inoltre donne e bambini devono essere protetti.