BELLINZONA - Sino a 1'000 arrivi giornalieri previsti in Svizzera: l'emigrazione dall'Ucraina martoriata dalla guerra rischia di subire un'accelerazione, come era stato detto anche ieri in occasione della visita della segretaria di Stato della migrazione Christine Schraner Burgener al centro federale d’asilo di Chiasso. Lo hanno ripetuto anche oggi, in occasione della presentazione del Piano cantonale di accoglienza, Raffaele De Rosa e Norman Gobbi.
Il Ticino sinora si è visto assegnare 1'600 persone, di cui 1'207 hanno già ricevuto lo statuto S. Ma la maggior parte è ospite da parenti e amici in alloggi privati. Viene consigliato a chi desidera accogliere qualcuno di mettere a disposizione appartamenti con accessi e servizi indipendenti, vista la difficoltà di una convivenza, per tutti. I profughi con statuto S riceveranno degli aiuti per il sostentamento, ma la solidarietà in case private non prevede contributi ed è al momento a titolo gratuito.
Chi arriva in Svizzera deve annunciarsi al centro di Chiasso, dopo di che chi viene assegnato al Ticino viene smistato a Cadenazzo, dove ci sono sostegni medici e psicologici. A quel punto parte il collocamento nei centri o negli appartamenti. Ad oggi quelli disponibili sono 157.
Chi riceve lo statuto S, oltre agli aiuti economici, viene affiliato alla cassa malati.
Gobbi e De Rosa hanno chiesto alla popolazione, che sta mostrando enorme solidarietà, testa oltre che cuore, sia nell'accoglienza che nelle eventuali donazioni di beni da portare sul posto.
"In un mese sono già arrivati più profughi di quelli previsti dalla SEM in un anno", ha detto Gobbi, dando un'idea dell'emergenza che si sta vivendo. Che non pare intenzionata a cessare, anzi. Le sfide, per il Ticino, sono appena cominciate.