CRONACA
Putin: "No alla guerra globale. Ma le operazioni in Ucraina sono state una decisione necessaria. E gli USA..."
Il presidente russo, in occasione della parata per il Giorno della Vittoria, dove si ricorda la fine della Seconda Guerra mondiale, ha citato anche la NATO: "Noi da sempre favorevoli a un sistema indivisibile per la sicurezza, non ci ha ascoltato"

MOSCA - No ad una guerra globale, ma il conflitto in Ucraina è stato una inevitabile risposta a un attacco. Lo ha detto Vladimir Putin nel suo atteso discorso durante la parata per il Giorno della Vittoria in ricordo della fine della Seconda Guerra mondiale. Gli occhi del mondo erano (e sono) rivolti su Mosca per capire come vorrà muoversi la Russia- Ci si attendeva sostanzialmente una dichiarazione di guerra oppure l'annuncio della vittoria.

Putin in realtà non ha dato segno di voler concludere l'offensiva ed è rimasto sulle sue posizioni.  "Compagni ufficiali, sottoufficiali, compagni, generali e ammiragli, mi congratulo con voi per il 77esimo anniversario della grande vittoria", ha iniziato.

"Anche ora in questi giorni voi combattete per la nostra gente nel Donbass, per la sicurezza della nostra patria. La Russia è sempre stata favorevole alla creazione di un sistema indivisibile per la sicurezza, ma la Nato non ha voluto ascoltarci", ha proseguito, attaccando dunque l'organizzazione. A suo dire, "l'aggressione nelle nostre terre storiche della Crimea è stata una minaccia ai nostri confini, inammissibile per noi. Il pericolo è cresciuto ogni giorno, il nostro è stato un atto preventivo, una decisione necessaria e assolutamente giusta. Abbiamo risposto ad una minaccia diretta vicino ai confini russi, perché ua attacco era stato preparato, anche alla Crimea".

Parole eloquenti e dure, le sue: "Nel dicembre dello scorso anno abbiamo proposto di concludere un accordo sulle garanzie di sicurezza. La Russia ha invitato l’Occidente a un dialogo onesto, a cercare soluzioni ragionevoli e di compromesso, a tener conto dei reciproci interessi. Tutto invano. I paesi della Nato non volevano ascoltarci, il che significa che in realtà avevano piani completamente diversi. E l’abbiamo visto. Apertamente, erano in corso i preparativi per un’altra operazione punitiva nel Donbass, per un’invasione delle nostre terre storiche, compresa la Crimea. A Kiev hanno annunciato la possibile acquisizione di armi nucleari. Il blocco Nato ha avviato lo sviluppo militare attivo dei territori a noi adiacenti".

"Una minaccia per noi assolutamente inaccettabile è stata sistematicamente creata direttamente ai nostri confini. Tutto indicava che uno scontro con i neonazisti, sostenitori di Bandera, su cui puntavano gli Stati Uniti e i loro partner, sarebbe stato inevitabile. Ripeto, abbiamo visto come si stava sviluppando l’infrastruttura militare, come avevano iniziato a lavorare centinaia di consulenti stranieri, ci sono state consegne regolari delle armi più moderne dai paesi della Nato. Il pericolo cresceva ogni giorno. La Russia ha evitato preventivamente l’aggressione. È stata una decisione forzata, tempestiva e l’unica giusta. La decisione di un Paese sovrano, forte, indipendente".

Ed ora? "L'orrore di una guerra globale non si deve ripetere", ha insistito il presidente russo. 

 

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