CRONACA
Il 72% delle richieste d'aiuto al Soccorso d'Inverno arriva dai working poor. Chiesa ancora presidente, Dadò vice
Si è svolta ieri l'assemblea dell'Associazione, dove sono stati illustrati (anche dall'economista Amalia Mirante) alcuni dati preoccupanti sulla povertà in Ticino. Da luglio 2021 a giugno 2022 aiutate 1'455 persone

MEZZOVICO - Il consigliere agli Stati Marco Chiesa è stato confermato ieri sera presidente di Soccorso d’Inverno Ticino. L’assemblea, svoltasi nella sala del Consiglio comunale di Mezzovico, ha anche ratificato la nomina nel Comitato dell’associazione di Fiorenzo Dadò, presidente del Centro (PPD). Dadò, da sempre sensibile al tema della povertà e del disagio sociale, ha assunto la carica di vicepresidente di Soccorso d’Inverno. Affiancano i due politici nel Comitato Paola Eicher Pellegrini, Roberto Agosta, Olivia Albergati e Stevens Crameri.

Nel suo breve intervento iniziale, Chiesa ha spiegato l’importanza di Soccorso d’Inverno per sostenere la fasce più deboli della popolazione, precisando che l’Associazione interviene, con un ruolo di sussidiarietà, in modo puntuale e solo nei casi in cui gli aiuti sociali non sono sufficienti.

L’assemblea ha approvato i bilanci dell’ultimo anno contabile 2021/2022, presentati dalla direttrice Manuela Nünlist, che ha anche illustrato l’attività dell’associazione in favore delle persone e delle famiglie ticinesi bisognose.

Tra il luglio 2021 e il giugno scorso Soccorso d’Inverno ha aiutato 1’455 persone - 896 adulti e 559 bambini o ragazzi - contro le 1’208 dello stesso periodo 2020/2021. Nel 41% dei casi di trattava di persone sole, nel 19% di famiglie, nel 37% di famiglie monoparentali.

Veniamo ai motivi delle richieste di aiuto: nel 18% dei casi erano legati a problemi di salute (cure mediche o dentarie non coperte dall’assicurazione malattia), nel 10% a fattori famigliari (divorzi, separazioni, eccetera), ma il dato più preoccupante è che nel 72% dei casi si trattava di working poor, vale a dire di persone il cui reddito, personale o famigliare, non era sufficiente a coprire il costo della vita.

Soccorso d’Inverno ha sostenuto queste fasce di popolazione, rese spesso ancora più fragili dall’onda lunga della pandemia, fornendo aiuti per spese nell’ambito della salute, dell’alloggio, dell’abbigliamento, dei generi alimentari…

Un ringraziamento particolare è stato rivolto alla Direzione centrale di Soccorso d’Inverno Svizzero - rappresentata in sala da Monika Stampfli - che sostiene con importanti contributi l’attività della Sezione ticinese.

Marco Bazzi, responsabile delle relazioni esterne dell’Associazione, ha illustrato le attività degli ultimi mesi - in particolare nell’ambito del progetto “Empowerment” destinato ai figli delle famiglie disagiate, con l’obiettivo di evitarne l’isolamento sociale – e quelle in cantiere.

In coda alla parte “ufficiale” dell’assemblea, l’economista Amalia Mirante ha presentato alcuni dati sulla povertà in Ticino, fornendo anche un raffronto con il resto della Svizzera. Il punto centrale emerso dalla sua analisi è che in Ticino il fenomeno dei woorking poor è molto più diffuso rispetto ad altri cantoni. Quindi, ha concluso la docente di economia alla SUPSI, la presenza sul territorio di un associazione come Soccorso d’Inverno è ancora più importante.

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