BELLINZONA - Che cosa ha causato la morte dell'operaio a Bellinzona? Come mai quella scala interna in cemento è caduta, schiacciando il 44enne, per cui non c'è stato nulla da fare, e ferendo un 49enne?
Il Ministero Pubblico sta indagando, come da prassi in questi casi. Ma anche il sindacato UNIA si è chinato sulla tragedia e secondo quanto riportato da La Regione, avrebbe tre ipotesi. La prima è che l'incidente sia avvenuto mentre i due operaio scasseravano, ovvero toglievano i pezzi di legno dove inserito il calcestruzzo mentre asciuga. La norma dice che si fa al 25esimo-28esimo giorno, per risparmiare tempo stavano compiendo l'operazione al 21esimo.
Un'altra idea è che stessero posizionando un nuovo cassero per innalzare poi una parete.
E infine, si pensa che la causa del crollo sia stata una pressione o trazione proprio sul cassero, che si trovava in uno spazio stretto. E la struttura metallica sarebbe stata poco resistente perchè aveva meno tondini di ferro rispetto al dovuto.
Comprimere i tempi e risparmiare, per proporre prezzi concorrenziali: UNIA ha ben in chiaro chi è l'azienda per cui lavorava l'uomo morto. Lui era stato assunto da solo un mese e mezzo ma voleva già cambiare posto di lavoro. Le segnalazioni al sindacato sono molte, negli anni. Si tratta di una ditta che fa dei rapidi tempi di consegna il suo punto di forza, sulla pelle però dei dipendenti.
"Tante, troppe le volte in cui siamo stati sollecitati a intervenire da operai costretti a lavorare sotto la pioggia e talvolta anche sotto la neve. In questi casi il rischio d’infortunio cresce notevolmente, ma evidentemente i tempi di consegna sono rispettati meglio di altre imprese concorrenti", spiega a La Regione il sindacalista Matteo Poretti. "Purtroppo nonostante le nostre ripetute segnalazioni e le multe inflitte dalla Commissione paritetica, per un ammontare che stimo per il Ticino in alcune decine di migliaia di franchi, la ditta non ha mai cambiato atteggiamento generale". Ci sono, dunque, parecchie multe, che non sono però mai andate a intaccare il patrimonio ingente dell'azienda.
Addirittura, UNIA starebbe seguendo quattro operai che a seguito di infortuni sono rimasti invalidi e poi abbandonati a loro stessi. La ditta rispetta il Contratto nazionale mantello ma non quello più restrittivo ticinese, avendo sede in Grigioni. Le aziende edilli ticinesi non possono far lavorare gli operai il sabato, se non per cinque volte all'anno e su richiesta, e nemmeno con meteo caratterizzato da intemperie.
Il suo punto di forza era dunque terminare i lavori più in fretta di altri. Ma a che prezzo? Continua Poretti: "operai sì pagati nel rispetto del Contratto nazionale mantello, ma sfruttati e sottoposti a maggiori rischi di subire infortuni. Cifre non ufficiali, ma degne di fede, indicano una trentina di casi nel solo 2019. Un tasso d’infortuni totalmente fuori norma. Come sindacato seguiamo la trafila assicurativa e legale di quattro lavoratori impiegati per quella ditta e rimasti invalidi: dopo averli sfruttati, li ha scaricati".
Che aggiunge: "Ecco perché non mi sorprende quanto accaduto nel cantiere di Bellinzona sebbene, ribadisco, la causa esatta sia ancora tutta da chiarire".
Un frase che fa il paio con le accuse di amici e parenti dell'uomo morto, intenzionati a fare denuncia.