MENDRISIO - La Fondazione che organizza le Processioni storiche di Mendrisio – che si terranno giovedì 17 e venerdì 18 aprile 2025 - ha deciso di non cancellare i Mori e la tradizionale pratica del “blackface”. Lo ha rivelato la RSI aggiungendo che, però, una parte della comunità di origine africana è pronta a dare battaglia legale. L’Associazione degli afrodiscendenti, stando sempre alla RSI, è perfino disposta ad appellarsi alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo nel caso in cui dei figuranti bianchi venissero pitturati di nero.
La RSI ha interpellato Anastasia Gilardi, storica dell’arte e autrice di un volume sulle Processioni, chiedendola da quanto tempo i Mori sfilano a Mendrisio durante la Pasqua. “Abbiamo un disegno, quasi una caricatura del 1874, fatto da uno svizzero tedesco che stava visitando Mendrisio – ha affermato Gilardi -. Vi si vedono raffigurate le processioni e soprattutto sono messe in evidenza le quattro figure dei mori a cavallo. Quindi, quantomeno dal 1874, siamo certi che i mori sfilavano nella processione del Giovedì Santo. Ma la tradizione è sicuramente più antica, quantomeno dalla fine del ‘700, inizi dell’800”.
E ha aggiunto che le Processioni sono una semplice rappresentazione: “È teatro! Non stiamo prendendo in giro nessuno. Cosa facciamo? Decidiamo che quella persona che fa Cristo è Cristo? Non esiste. Esattamente come la persona che fa il moro non è il moro. È un personaggio teatrale. Il teatro è teatro”.
Ma sul controverso tema la Commissione federale contro il razzismo pare non aver cambiato opinione rispetto all’anno scorso. Insomma, il caso è tutt’altro che chiuso e la polemica pasquale è alle porte.