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05.10.2018 - 18:100

Suter, "nel turismo serve un ragionamento di fondo per capire su cosa si vuole puntare"

"I pernottamenti, in calo, non sono l'unico dato di cui tener conto. Il Ticino è ancora attrattivo, anche se non per restarci dieci giorni. C'è l'incognita Airnbn, e bisogna abbandonare il dna campanilistico"

MELIDE – I pernottamenti, in Ticino, sinora non sono stati positivi, anzi: InfoTour parla di una flessione del 6,6% nei primi otto mesi dell’anno, del 5,2% nel solo mese di agosto, una delle più marcate della Svizzera, che per contro ha fatto registrare buoni dati sia nel breve che nel lungo termine. 

Ma questi dati non bastano a certificare l’andamento turistico, che non è solo pernottamenti, fa notare il Presidente Cantonale di GastroTicino Massimo Suter: ci sono altri parametri come la ristorazione, gli Airbnb e le case secondarie, il turismo di giornata e quello interno.

Dunque come giudichiamo l’estate?
“Non positiva, ma fra il dire male e malissimo e la realtà ce ne passa. Come dicevo, non ci sono solo i pernottamenti per giudicare l’andamento turistico ticinese”.

Facciamo un bilancio complessivo, allora.
“Secondo me dal neutrale al positivo. Nulla di entusiasmante, non abbiamo avuto un’invasione di turisti. Se valutiamo le grandi manifestazioni di Locarno e Lugano, la presenza di persone, l’utilizzo dei treni AlpTransit possiamo vedere come la destinazione turistica Ticino sia ancora attuale. Non è così interessante per quanto riguarda i pernottamenti, lì va fatto un altro ragionamento, cercando delle altre motivazioni., siamo attrattivi”.

Ci ha lanciato l’assist: perché non è attrattivo pernottare qui?
“Da un lato è una questione di costi, dall’altra troviamo una struttura alberghiera fatiscente. Coi soldi che spendo a pernottare in Ticino un paio di giorni faccio delle settimane in destinazioni più lontane, lo vengo a visitare ma non vi trascorro dieci giorni di vacanze”.

Il futuro degli alberghi, detto così, pare segnato, perché tenere dei prezzi più bassi è difficile, vero?
“Tenerli più bassi è impossibile, non per colpa dell’albergatore bensì della congiuntura. Va dimenticato lo stereotipo di giudicare tutto in base ai pernottamenti e capire che tipo di turismo vogliamo. Pensiamo a Lucerna che ha dati positivi, ma c’è un’invasione di bus e la popolazione si sta ribellando a questa orda”.

Lei è in contatto con diverse categorie: cosa vuole il Ticino?
“Bella domanda. Si cerca di attingere un po’ ovunque, si va sui paesi lontani, sui nuovi mercati. Io sono piuttosto per un turista di classe, che capisca la nostra destinazione e abbia voglia di spendere, perché la toccata e fuga non porta moltissimo. Serve un esame di coscienza per ragionare di fondo su cosa si vuole puntare, lo dico da mesi”.

Nessuno ha raccolto la richiesta?
“Ognuno guarda il proprio giardino e cerca di fare i propri interessi. I dati dei pernottamenti dimostrano però che vi è necessità di lavorare e trovare soluzioni”.

Passiamo alla stagione autunnale e poi invernale, su cosa si punta?
“Ora il Mendrisiotto su una Rassegna Gastronomica che da oltre cinquant’anni va benissimo, si tratta del turismo interno, ovvero il ticinese che si sposta all’interno del Cantone. Non porta pernottamenti ma indotto sì. Si punta sulle manifestazioni, come la Festa dell’Uva o le serate autunnali. In inverno avremo le varie piste di ghiaccio sparse per il Cantone. bisogna però creare delle attrattive nel Cantone durante tutto l’anno, quel che io noto è che ci si concentra soprattutto su tarda primavera e estate. Se guardiamo questo mese di settembre e questi scorci di ottobre con meteo positiva, avrebbe avuto senso avere una manifestazione di richiamo, magari avrebbe dato una scossa anche ai pernottamenti che latitano. Due eventi grossi nello stesso giorno? Purtroppo è già successo, non ricordo a memoria quando, ma si va a rubare clientela. Bisogna fare davvero un esame del calendario e spalmare le manifestazioni sull’arco di tutto l’anno evitando concorrenzialità che non fanno bene a nessuno”.

Pare che ognuno ragiona in modo individualistico, no?
“I ragionamenti campanilistici fanno parte del DNA ticinese, da lì dobbiamo cominciare a pensare e a distanziarci. Cerchiamo di non fare una manifestazione di richiamo nello stesso giorno in due posti diversi!”.

Parlava degli Airnbn, in Ticino attecchiscono?
“Non è un mercato di nicchia, ce ne sono veramente parecchi. Una buona parte dei pernottamenti vanno persi con gli Airbnb, e le statistiche lasciano il tempo che trovano perché con i loro dati sicuramente il quadro sarebbe meno nero. Non vi sono numeri perché non vi è un controllo, è un po’ un sottobosco che ancora non si può tener d’occhio per questioni di leggi e regolamenti. In altri Cantoni ci sono stati accordi con gli Airbnb, il Ticino è lontano da questa soluzione. Un altro obiettivo è certamente questa, trovare un accordo”.

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