Politica
15.01.2017 - 22:470
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Pontiggia fuori dal coro. «Dov'è il problema al centro di dialettolgoia? Deputati, leggete il consuntivo...»
Il direttore del Corriere del Ticino trova «disarmante» la polemica dei giorni scorsi. «Per studiare i nostri dialetti serve il confronto con quelli del nord Italia, un ricercatore torinese non è fuori posto»
BELLINZONA - Il caso del giovane torinese assunto al Centro di dialettologia ha scandalizzato molti, facendo muovere anche la politica. Massimiliano Robbiani e i deputati di UDC e La Destra hanno infatti inoltrato due interrogazioni indistinte sul caso.
Una voce controcorrente è stata quella di Aris Della Fontana, Direttore di #politicanuova e membro del Comitato Centrale del Partito Comunista (PC), pubblicata da noi nella sezione "Tribuna libera". Questa sera, ne è giunta un'altra, e si tratta del direttore del Corriere del Ticino Fabio Pontiggia.
«Trovo disarmante la polemica sul Centro di dialettologia. Il fondatore del nostro Vocabolario dei dialetti, il filologo e linguista Carlo Salvioni, ha lavorato in Italia, è stato accademico dei Lincei», ha scritto su Facebook.
«Lo studio dei nostri dialetti richiede la conoscenza, l'indagine, il confronto con i dialetti dell'Italia del nord. E dunque un ricercatore italiano, di Torino, non è fuori posto», prosegue.
Negli atti parlamentari, in particolare in quello targato UDC-La Destra, si esponevano dubbi riguardo il centro e il numero dei suoi funzionari, al di là del caso specifico del giovane torinese. «Si grida allo scandalo perché al Centro lavorano 24 persone (alcune a tempo parziale). Non giudico se siano troppe. Che i cittadini comuni esprimano meraviglia può anche starci; che lo facciano deputati in Gran Consiglio, no: il numero degli impiegati del Centro (e di tutti gli altri servizi statali) è pubblicato ogni anno nel messaggio del Governo sul consuntivo. I deputati dovrebbero leggerlo», ha ribattuto Pontiggia.