Politica
18.09.2017 - 09:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
La verità di Dadò, "il soggiorno l'ho pagato io, e quelle due cene mi parevano una forma di cortesia alla mia compagna da un collaboratore professionale"
Il responsabile della Argo avrebbe pagato due cene a Bormio al presidente pipidino e alla compagna, responsabile del servizio richiedenti l'asilo. "Lei non dà mandati, esegue solo quanto detto dai superiori, io non ero un personaggio di rilievo, e della Argo non mi sapeva"
BELLINZONA – Aveva promesso una nuova presa di posizione a breve, dopo aver detto a caldo “io sono un privato cittadino e non un personaggio pubblico”, e Fiorenzo Dadò oggi, alla RSI, è tornato a parlare del nuovo caso legato alla Argo che lo coinvolge.
Ricordiamolo, il presidente del PPD aveva trascorso un weekend con la compagna, alcuni anni fa, in un hotel a Bormio, riservato dal gerente della Argo, che aveva pagato 150 euro di caparra.
“Allora non ricoprivo alcun ruolo politico rilevante”, ricorda. “E la funzionaria non è una dirigente, non ha dato nessun mandato e non ha nessun potere decisionale, ma è tenuta a eseguire quello che le dicono i suoi superiori”.
Della Argo, aggiunge, non si sapeva tutto ciò che è noto oggi, “alla luce dei fatti nessuno prenderebbe neanche un caffè da questa ditta o da questi signori”.
Il soggiorno, e ha le fatture per dimostrarlo, l’ha pagato lui, fatta eccezione per, dice lui, due cene, interpretate come “una forma di cortesia alla mia compagna da parte di un suo collaboratore professionale”.