POLITICA
I Verdi, "peccato che ancora una volta non si sono ascoltati i docenti. Felici per la sicurezza alimentare, su Previdenza2020..."
Il partito ecologista giudicava da una parte interessante la riforma previdenziale ma non era convinto della prospettiva a lungo termine. e sulla civica parla di "campagna martellante e fuorviante da parte degli iniziativisti: la materia si insegnava ma in modo interdisciplinare"
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BELLINZONA – I partiti iniziano a farsi sentire per commentare i risultati scaturiti oggi dalle urne, in particolare il no a Previdenza202 e il sì alla civica.

“I Verdi del Ticino erano contrari a quest’iniziativa non perché contrari all’insegnamento della civica, ma bensì consapevoli che l’iniziativa proposta non rappresentasse la metodologia più efficace per poterla insegnare. Lo studio della SUPSI citato infatti dai promotori delineava infatti una lacuna nell’insegnamento di questa materia ma che quest’ultima rimaneva comunque indivisibile da un progetto d’insegnamento interdisciplinare. Aspetto questo che è stato volutamente messo in disparte dal comitato per il SI”, sottolineano i Verdi.

A loro avviso, “oggi i cittadini e le cittadine ticinesi hanno approvato l’inserimento di un’ora specifica per approfondire l’insegnamento della civica a scuola. Era uno scenario prevedibile visto il rischio di mal interpretare il tema e della martellante e fuorviante campagna che hanno fatto gli iniziativisti”, e a risentirne saranno allievi e docenti, poiché “una parte della classe politica ha deciso di non ascoltare chi dovrà subire le scelte (ovvero i docenti) senza voler intraprendere la strada del coinvolgimento nella progettazione della scelta didattica scolastica”.

Scontata la gioia per il sì alla sicurezza alimentare, definita un primo passo, i Verdi riflettono in modo articolato sul progetto previdenziale.

“La riforma prevedeva degli aspetti sicuramente interessanti. I Verdi del Ticino, hanno sostenuto l’idea di rafforzare il primo pilastro, ma hanno comunque guardato con preoccupazione alle misure che hanno toccato in maniera importante le donne. In quest’ottica riteniamo centrale trovare anche, al più presto, delle soluzioni per garantire la parità salariale tra i generi, oltre che a migliorare la conciliabilità tra lavoro e famiglia”.

Ma ora è tempo di chinarsi sul futuro. “Una riforma che tuttavia non aveva prospettiva a lungo termine e che sollevava perplessità nella mancanza di una visione chiara sulla previdenza del futuro. È quindi fondamentale ora chinarsi a riflettere su uno stravolgimento totale del sistema pensionistico svizzero per creare una soluzione che possa valere nel futuro. In questo contesto I Verdi ritengono necessario adattare il sistema di finanziamento delle rendite in un mondo del lavoro sempre maggiormente legato all’automazione e nel quale l’occupazione diventa sempre più rara e precaria. In questo senso è sicuramente auspicabile introdurre una tassazione dell’automatizzazione affinché gli essere umani possano condurre un’esistenza dignitosa”.

Suggerimenti? “Uscendo dall’ottica dei tre pilastri, torna ancora in auge l’idea di un reddito di cittadinanza che permetterebbe di ovviare ai problemi sopraelencati. In alternativa sarà necessario riflettere sull’opportunità di un accorpamento tra i primi due pilastri, in modo da rendere la previdenza vecchiaia accessibile in maniera equa a tutte le cittadine e i cittadini indipendentemente dal loro grado di occupazione e al loro reale inserimento nel mercato del lavoro”.

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