Politica
30.11.2017 - 09:290
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Maltrattamenti e pressioni a scuola, il DECS "parleremo col SISA". Ma poi il silenzio, Ay rincara "intendete inserire lo sportello già dal prossimo anno scolastico?"
Il Sindacato Indipendente degli Studenti e degli Apprendisti aveva chiesto uno spazio dove poter denunciare eventuali problemi, Berger ci aveva detto di essere pronto a discuterne. Il comunista, colpito da alcune pressioni a allievi del liceo, chiede al Governo che cosa vuole fare
BELLINZONA - Il tema delle pressioni a scuola, anche se parlare di abuso è esagerato e fortunatamente i casi sono pochissimi, era tornato di attualità a causa della denuncia del giovane apprendista selvicoltore abusato al DT (i due, chi gli ha fatto del male e chi non l'ha denunciato, stanno andando verso il licenziamento).
Il Sindacato Indpendente degli Studenti e Apprendisti aveva chiesto uno sportello al DECS per poter denunciare situazioni che fanno sentire a disagio. Da noi interpellato, Emanuele Berger, Direttore di Divisione Scuola al DECS, ci aveva detto che i termini usati dal sindacato "è molto vago e si presta a equivoci". La lettera con cui richiedeva lo sportello non era mai arrivata al DECS, ma solo ai media, però l'intenzione era comunque di parlarne coi rappresentanti.
Poi non si è più saputo nulla: ora Massimiliano Ay torna sull'argomento. "Sull’ultimo numero della rivista “L’Altrascuola” (vedi allegato) distribuita recentemente nei licei cantonali dal Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) si legge di “eccessive pressioni sugli allievi delle prime liceo riguardo al loro impegno e rendimento” che vanno apparentemente oltre alle necessità educative e che anzi spingono a un senso di insicurezza negli adolescenti", scrive.
"Stando alle segnalazioni vi sarebbero espressione poco rispettose della dignità degli studenti e inviti espliciti ad abbandonare il percorso formativo intrapreso già nelle prime settimane di scuola, con battute relative alla personale “inadeguatezza” fino a inviti a preferire scelte professionali comunemente considerate perlomeno come “precarie” (usando un eufemismo)", prosegue. "Anche a dipendenza del carattere del singolo giovane, queste critiche possono essere certamente fonte di miglioramento e di incitamento, ma spesso tendono anche a demotivare i ragazzi, creando loro disagio e senso di sfiducia nelle proprie possibilità, soprattutto quando ci si trova in un periodo di transizione fra scuole e sistemi scolastici diversi".
E chiede, facendo presente quanto chiesto dal SISA:
"1) come si intende dare seguito concretamente alla proposta formulata dal SISA possibilmente già per l’inizio dell’anno scolastico 2018/’19?
2) come viene valutata l’introduzione di un mediatore anche negli altri ordini scolastici oltre a quelli attualmente già serviti da tale figura?"