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Cronaca
20.11.2017 - 12:300
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

"Casi di maltrattamenti segnalati da apprendisti e studenti", ma nessuno vuol raccontare la sua storia. Cosa succede nelle scuole ticinesi?

Il SISA ha fatto sapere di aver ricevuto diverse segnalazioni, su nostra richiesta però i giovani hanno preferito non esporsi. Una studentessa di prima liceo, "i professori dicono ad alcuni allievi che probabilmente un futuro al liceo non l'hanno". Solo questo? Il disagio rimane...

BELLINZONA – Ma che clima c’è nelle scuole ticinesi? Dopo lo scandalo dei maltrattamenti, con tanto di abuso sessuale, ai danni di un apprendista forestale allora minorenne al DT, il SISA ha diffuso un comunicato dai toni preoccupati.

Infatti, a risaltare è stata la richiesta di “un apposito sportello in ogni scuola professionale e media superiore, cui gli studenti e gli apprendisti possano rivolgersi per denunciare abusi o maltrattamenti ma che funga anche da canale di mediazione tra le vittime da un lato e i docenti, il dipartimento e il sindacato dall’altro. Ad essere incaricata di questo servizio (ben differente da un semplice sostegno psicologico) dovrebbe essere una persona con conoscenze sia di carattere pedagogico che giuridico, che conosca il sistema scolastico ma che non ne sia parte integrante (onde evitare dannosi coinvolgimenti con coloro sul cui operato dovrebbe vigilare), che possa dare informazioni agli allievi sui propri diritti e che organizzi regolarmente degli incontri di gruppo con gli studenti per raccoglierne le testimonianze e discutere dei loro problemi quotidiani”, a cui il DECS ha risposto che le misure sono già in atto. Il SISA stesso ha un suo sportello.

Ma a colpire chi scrive è stato un altro passaggio della nota. “Tale vicenda va inserita, a nostro modo di vedere, in un più ampio dibattito sul tema dei maltrattamenti subiti da studenti o apprendisti e commessi dai propri docenti o formatori: nelle ultime settimane numerose sono infatti le segnalazioni giunte al sindacato circa situazioni di questo genere. In seguito alla accusa di un gruppo di genitori, anche all’interno del Liceo cantonale di Mendrisio è sorta infatti una polemica su questa questione, con repliche pubbliche di docenti e di studenti”.

Subito, TicinoLibero ha contattato il SISA per saperne di più. Cosa vuol dire casi concreti? Cosa è successo a questi ragazzi? I giovani che avevano segnalato, ci è stato detto, preferiscono che le loro storie personali non finiscano sui media. Temono eventuali ritorsioni.

Il fatto è comunque preoccupante.

Veniamo rimandati a un articolo, scritto da una studentessa di prima liceo, che parla delle pressioni subite: “Pressioni e accanimento… nelle scorse settimane al SISA sono giunte alcune segnalazioni in merito a eccessive pressioni sugli allievi delle prime liceo riguardo al loro impegno e rendimento in queste prime settimane. Benché sia giusto farlo, il modo in cui alcuni docenti mettono sull’attenti gli allievi risulta essere eccessivo e anche controproducente. Tra le frasi che vengono spesso ripetute, quella del tasso medio di bocciature annuali, prospettiva che crea un senso di insicurezza. Stando alle segnalazioni, questo accade però anche in maniera più personale: alcuni allievi si sentono presi di mira quando gli si fa notare come, nonostante siano passate poche settimane dall’inizio delle lezioni, loro siano già rimasti indietro rispetto ai compagni e che, molto probabilmente, loro un futuro al liceo non ce l’hanno. Chiaramente, anche a dipendenza del carattere della singola persona, queste critiche possono essere fonte di miglioramento ma spesso tendono a demotivare i ragazzi, creando disagio”.

Se i problemi sono solamente quelli, seppur non piacevoli, nulla di gravissimo. Il DECS stesso ha precisato che i casi di rilevanza penale sono fortunatamente pochissimi. Però una sensazione di disagio rimane…
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