POLITICA
"Finire la propria carriera lavorativa in assistenza è spesso motivo di profonda vergogna". Il PPD si schiera con gli over 50, "vi aiutiamo così"
Il PPD è da sempre attivo nel mercato del lavoro, adesso desidera presentare degli atti parlamentari che vadano nella direzione di aiutare i disoccupati sopra i 50 anni, "spesso con diplomi obsoleti, impossibilità di riqualificarsi o troppa competenza". Chiesto un aumento del periodo di indennità di disoccupazione
CHIASSO – “Lavorare tutta una vita per poi terminare la propria carriera in assistenza è qualcosa che in un Paese civile e benestante come il nostro non può e non deve accadere. È un’ingiustizia che in quanto tale affligge molte persone ed è motivo di una profonda vergogna e di una forte umiliazione. L’entrata nell’assistenza è da molti considerata come una sconfitta e un fallimento personale. Riflessioni che generano sentimenti negativi di emarginazione, di peso per la società e di inutilità”.

Il PPD, a Chiasso, ha tenuto una conferenza stampa in cui si è concentrato sulla difficoltà delle persone che perdono il lavoro oltre i 50 anni a rientrarvi. Nel nostro Cantone, gli over 50 sono almeno 10mila.

“Spesso e volentieri si tratta di persone con carenze dal punto di vista della formazione professionale, con diplomi obsoleti o con difficoltà nel riqualificarsi. Anche la salute, che risente sicuramente del passare degli anni e delle situazioni difficili dal punto di vista professionale, è un fattore che condiziona molto l’assunzione”, viene spiegato: oppure, pensando alla piazza finanziaria, “tra chi è rimasto senza un posto di lavoro vi sono persone con esperienze e curriculum importanti. Persone che purtroppo a causa di fattori come la concorrenza e l’alto costo salariale per il datore di lavoro (gli oneri) incontreranno non poche difficoltà a firmare un nuovo contratto”.

Già, i datori di lavoro: alcuni sensibili, altri propensi ad assumere questa categoria ma a salari e competenze più basse del dovuto.

Il PPD, è stato sottolineato, da sempre attento alle famiglie, si è fatto sentire con diversi atti parlamentari riguardo il mercato del lavoro, e ora è pronto a presentarne altri proprio a favore della fascia degli over 50. Verrà proporrà in particolare di intervenire sull’Art. 5 L-rilocc dedicato all’assegno di inserimento professionale: “per la categoria degli over 50 il chiediamo quindi di modulare la durata dell’assegno di inserimento in base all’età del disoccupato, garantendone un prolungamento oltre i 12 mesi attualmente previsti. Concretamente al periodo di base garantito dall’Art. 5 L-rilocc si aggiungerebbe un periodo ulteriore, differenziato per età, con un contributo stabilito nel modo seguente: per chi ha tra 50 e 54 anni, 60% del salario per 12 mesi, per chi ne ha fra 55 e 59 il 60% del salario per 24 mesi e per gli over 60 lo stesso 60% per 36 mesi”.

Gli scopi? “Incentivare l’assunzione degli over 50 disoccupati o in assistenza, scongiurare concretamente il rischio che una persona che ha lavorato tutta una vita, termini la propria carriera in assistenza, sostenere finanziariamente le aziende che si impegnano nella formazione e nel reinserimento professionale di manodopera over 50, combattere la spirale negativa di svantaggi e pregiudizi (efficienza, flessibilità…) con i quali sono confrontati i lavoratori in età avanzata e favorire l’assunzione di manodopera indigena”.

I fondi per finanziare tutto ciò si possono trovare grazie alle eccedenze della BNS, per esempio.

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