BELLINZONA – Sì o no? Insieme o divisi? Regna sovrana l’incertezza su un possibile accordo fra Lega e UDC in vista delle prossime elezioni cantonali. Da una parte, il partito di maggioranza, che unendosi ai democentristi raccoglierebbe praticamente tutto l’elettorato di destra e metterebbe al sicuro, se ce ne fosse bisogno, i suoi due seggi. Dall’altro, un partito che vuole crescere, e potrebbe sfruttare il vento leghista.
L’accordo per quanto concerne il Consiglio di Stato non dovrebbe essere in dubbio: in lista vi sarebbero ovviamente i due Ministri uscenti Gobbi e Zali, il capogruppo Caverzasio, probabilmente Marchesi e una donna, o leghista o UDC.
Il nodo è legato alle federali. L’UDC, è noto, vorrebbe il sostegno indiretto al suo candidato, Marco Chiesa, perché pare chiederebbe una lista unica per il posto lasciato vacante agli Stati da Fabio Abate. La Lega non è convinta di dire sì a scatola chiusa già sin d’ora.
Se le trattative proseguono (naturalmente in ballo ci sono anche i temi, perché serve convergenza), le parole di ieri di Attilio Bignasca rischiano di lasciare il segno. Nel fine settimana, l’ex leghista ed ora UDC (qualche acredine?) assieme a Gabriele Pinoja ha rilanciato il tema dell’abolizione della tassa di collegamento, un tema caro a Claudio Zali. E la Lega l’ha visto come un attacco al Ministro.
Al che Bignasca ha riservato parole molto forti a Chiesa, definendolo “il cagnolino della Martullo” e dicendosi pronto a correre egli stesso per gli Stati, se Ghiggia dicesse no.
Dunque, per il responso, qualunque esso sia, ci sarà da attendere. Il termine ultimo è il 10 novembre, quando i democentristi si riuniranno in Congresso.