BELLINZONA – La LIA così come la si conosceva è stata abrogata. Claudio Zali si è cosparso il capo di cenere, spiegando che dopo le sentenze che sostenevano come la legge non fosse conforme al diritto superiore, c’era ben poco da fare. Non sono mancate parole pesanti di critica fra i parlamentari.
Che si decidesse di dire basta, era scontato. La sfumatura fra i due messaggi, quello di maggioranza di Rückert e Filippini e quello di minoranza di Agustoni, era sul dopo: il primo vuole che si pensi a una nuova legge con un’iniziativa parlamentare, dunque già pronta ma con la possibilità di essere sottoposta a tutte le parti, il secondo che lo si faccia con un decreto di legge, immodificabile.
I deputati hanno votato il rapporto di maggioranza, con il sì di Lega, PLR, La Destra e Verdi, dunque di 42 sì, 30 no, tra cui PPD e PS, e 9 astenuti. Si ricomincia, quindi, da capo.
Come chiesto da Agustoni, ma lo aveva già confermato il Governo, si andrà alla restituzione delle tasse d'iscrizione pagate dalle ditte per il 2018.
Oggi, ha detto Zali, perdono tutti.