BELLINZONA – Nel giorno (i casi della vita!) in cui è arrivata la notizia di quattro decreti d’abbandono in merito al caso Argo (per Sansonetti, Grillo, Blotti e Scheurer), sul Corriere del Ticino l’avvocato Renzo Galfetti ha pubblicato un pesantissimo affondo ai membri della Commissione Parlamentare d’Inchiesta.
Ha definito la CPI “un «ente» che opera in concorrenza con la magistratura senza averne le capacità, senza cultura investigativa, senza la conoscenza e quindi il rispetto delle regole basilari e dei principi operativi”.
A farlo infuriare in particolare sono state le missive inviate ai Consiglieri di Stato per chiedere chi di loro è stato in vacanza con il responsabile di Securitas in Grecia: era stato Sansonetti a ipotizzare delle possibili ferie pagate. Va detto che i cinque Ministri hanno risposto in pochissimi giorni, a dire sì è stato Norman Gobbi, il quale con la famiglia ha trascorso più di un soggiorno all’estero con il responsabile di Securitas ma non in Grecia.
“La CPI su Argo1 ha pensato bene, credendosi nel ruolo di un Maigret ticinese, di scrivere ai singoli consiglieri di Stato chiedendo loro se, quando e con chi avrebbero semmai trascorso una vacanza in Grecia. E ciò prendendo spunto da un pettegolezzo «per sentito dire» letto in qualche verbale, dove genericamente si dice che «forse» qualcuno avrebbe offerto una vacanza in Grecia a dei politici. Da non credere”, attacca Galfetti, spiegando come poi il tutto sia passato ai media, mettendo “fango nel ventilatore”.
Per lui, i membri sono incapaci. Ma le loro azioni sono dettate anche da altre motivazioni: “V’è altresì l’incapacità di stare zitti, ossia di lavorare in silenzio. Ma, si sa, in periodo di fregola elettorale (i deputati-Maigret brigano per essere rieletti) è forse chiedere troppo. Il circo della delegittimazione e della denigrazione ha stufato: non ci si lamenti se personaggi di alta levatura non siano disponibili a mettersi in gioco per entrare in Consiglio di Stato e se qualche consigliere prima o poi se ne vada sbattendo la porta”.
Accuse gravi, nel giorno, appunto, dei decreti di abbandono.