POLITICA
Marty cannoneggia Cassis. "Rappresenta degli interessi economici potenti. E sulla Glencore..."
L'ex Consigliere agli Stati non risparmia dure critiche al 'compagno' di partito. "Lo dice uno come me non contrario all'economia. Sulla visita alla miniera si è lasciato condizionare da certi ambienti economici"

BERNA – La visita di Ignazio Cassis all’azienda Glencore, accusata di non pagare imposte nello Zambia, di avvelenare la popolazione locale e di distruggere l'ambiente, non è piaciuta a molti. 

Soprattutto ora in campagna per “Per imprese responsabili”, iniziativa che chiede che le aziende le quali hanno la loro sede statutaria, l'amministrazione centrale o il centro d'attività principale in Svizzera debbano rispettare, sia nella Confederazione che all'estero, i diritti umani riconosciuti e le norme ambientali internazionali.

Ultimo in ordine di tempo a scagliarsi contro il Consigliere Federale, dalle pagine di Area, è Dick Marty. “Ho pensato si trattasse di qualcosa di deplorevole ma non sorprendente. Non è una sorpresa poiché il Governo ha sempre dimostrato un rispetto riverenziale per tutte le grandi potenze economiche. È deplorevole perché il Consiglio federale non ha mai voluto incontrare i rappresentanti della società civile per discutere dei problemi legati all’impatto di queste attività. Abbiamo chiesto al Governo un incontro per esporre le ragioni dell’Iniziativa per multinazionali responsabili e non ci è mai stato concesso. E adesso, nel momento più delicato in merito al destino dell’Iniziativa, ecco che il ministro degli Esteri, neanche quello dell’economia, va a visitare un impianto della multinazionale mondialmente più contestata per le sue violazioni delle norme ambientali e dei diritti delle popolazioni indigene. Ciò che la dice lunga, non solo della mancanza di sensibilità, ma anche dello spirito partigiano del Consiglio federale”, dichiara.

Il tutto si inserisce in un’opinione già negativa sul primo anno e mezzo di Cassis a Berna. “La direzione presa a mio avviso è abbastanza inquietante. Certe esternazioni, penso a quelle a proposito dell’Unrwa, l’agenzia Onu d’assistenza ai rifugiati palestinesi, possono essere magari interpretate come mancanza di esperienza o di autocontrollo. Però ho sempre più l’impressione che questo corso non è casuale bensì che si tratti di una linea politica stabilita a tavolino. D’altronde Ignazio Cassis ha sempre rappresentato degli interessi economici potenti dato che, come si sa, prima di entrare in Consiglio federale era lautamente pagato da un gruppo di casse malati. Quindi vediamo già lo stile d’approccio. E questo lo dice qualcuno che continua a considerarsi liberale, per niente nemico dell’economia. Tornando alla visita alla Glencore, ci si può chiedere se si tratti di un caso. Io penso però che sia una mossa voluta, pilotata da certi ambienti economici. E che Cassis si sia lasciato adeguatamente condizionare”.

Un’opinione pesante, insomma, da qualcuno che appartiene allo stesso partito. 

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