BELLINZONA – Il PS è stato votato perché attaccato dal PLR? È la versione portata avanti da Tiziana Mona nel corso del primo Comitato Cantonale della nuova legislatura. Non è del tutto d’accordo il presidente Igor Righini, che ha detto sì a una visione critica purchè tenga conto anche di quanto fatto di buono.
“I ticinesi hanno riconosciuto il PS quale referente necessario in Governo, laddove le decisioni hanno un’influenza diretta e le scellerate politiche della destra liberista possono essere contrastate dall’interno”, ha osservato con orgoglio.
Deciso che il capogruppo sarà ancora Ivo Durisch, con vice Anna Biscossa, si è passati a parlare dei temi in votazione il 19 maggio. Se tutto è andato liscio per i primi (no al progetto di semaforizzazione sul Piano di Magadino e il sì alla ripresa della direttiva UE sulle armi), si è discusso su “Giù le mani dalle Officine” e sulla riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA).
Non si è arrivati a una posizione unanime, per cui il PS lascia libertà di voto ai suoi elettori.
Se Bang si dice contrario a “Giù le mani dalle Officine”, spiegando che quanto meno in questo modo 200-230 posti di lavoro sono garantiti e che è difficile chiedere allo Stato di fare l’imprenditore, Cozzaglio e Sirica hanno puntato il dito sul fatto di volere più di quei posti per gli operai e sulla volontà di ridiscutere i contenuti. Bertoli ha precisato come la legge e la sua applicazione sono ambigue perché “vuote”, non garantirebbero alcun posto di lavoro, Carobbio ha fatto notare come gli operai stessi dicano no. Dunque, libertà di voto.
Stessa conclusione sulla riforma, tra chi parlava di colpaccio e chi per contro vedono un compromesso che sa di ricatto. Saranno gli elettori a decidere autonomamente.